In corso a Genova la protesta delle aziende di servizi funebri organizzata dalla federazione del comparto Federcofit. I lavoratori sfilano nel centro cittadino con i mezzi contro il rinvio al 2026 dell’attuazione della legge regionale 15/2020 sui servizi funebri e cimiteriali che sarebbe dovuta entrare in vigore il prossimo 31 dicembre.
“Ciò lascerebbe il settore funebre ligure – spiega la federazione in una nota – in una fase di grande incertezza. L’emendamento infatti bloccherebbe l’entrata in vigore delle incompatibilità tra attività funebri e servizi sanitari, quali la gestione delle camere mortuarie, e la definizione della forma societaria, con il conseguente blocco di tutta la legge. Inoltre impedirebbe la possibilità per tutti i cittadini liguri di usufruire di nuovi servizi di qualità, quali il trasporto del defunto dal luogo del decesso alla propria abitazione o presso le case funerarie per la celebrazione della veglia funebre, opportunità concesse a tutti i cittadini delle regioni confinanti, discriminando in tal modo i residenti in Liguria”.
Il corteo dei carri funebri, partito da piazza della Vittoria, dopo aver percorso via XX Settembre e piazza De Ferrari arriverà in piazza Dante. Qui i manifestanti organizzeranno un sit-in davanti alla sede del Consiglio regionale in via Fieschi, in attesa che i rappresentanti di Federcofit vengano auditi durante la riunione durante cui il Consiglio regionale discuterà l’emendamento.
“Non possiamo accettare in nessun caso questo ulteriore rinvio di una legge pronta da tre anni, con la politica locale che colpevolmente non si prende la responsabilità di attuarla come dovrebbe e invece rimanda tutto addirittura a dopo la fine della legislatura, dimenticando che i cittadini liguri hanno gli stessi diritti di tutti i lombardi o i piemontesi”, denuncia Cristian Vergani, presidente nazionale di Federcofit.
«La giunta Toti prova a fare il gioco delle tre carte, butta fumo negli occhi posticipando a dicembre 2025 l’entrata in vigore della norma sui servizi funerari ma non risolve il problema, rinviandolo soltanto a un periodo non elettorale. Quella legge da lei stessa partorita e approvata dal consiglio regionale della Liguria nel luglio del 2020 con un unico scopo: interrompere l’esperienza della Pubblica Assistenza della Spezia, Lerici e Ceparana per come la conosciamo. Sembra un calcolo del tutto elettoralistico, in modo da evitarne le conseguenze nelle urne, che si apriranno per le europee e poi per le amministrative». Lo dice Davide Natale, consigliere regionale del Partito democratico, che torna su un tema che lo aveva visto primo firmatario di una proposta di legge tesa a salvaguardare l’attività delle Pa spezzine, che dai servizi funebri traggono ricavi con cui finanziano il servizio di soccorso e le attività sociosanitarie.
«Non si tratta di chissà quale inciucio, ma semplicemente la proposta di legge, voluta da tutti i partiti, creava una situazione a dir poco unica per una Pubblica Assistenza spezzina, che rischierebbe il dissesto dei bilanci – interviene Daniela Menini, consigliere regionale della Lista Toti -. Il rinvio dell’entrata in vigore della legge regionale che, val la pena ripeterlo, c’è già stato in precedenza con l’accordo unanime, punta esclusivamente ad attendere l’emanazione di una norma nazionale in materia. È logico aspettare di capire se la legge di Regione Liguria sarà coerente o meno con quella nazionale, in elaborazione. Sarebbe assurdo penalizzare oggi una realtà importante, e peraltro un unicum come la pubblica assistenza spezzina, rischiando anche di farlo con una legge da rifare. Tutto qui. Nessun mistero, nessuno gioco delle tre carte. Piuttosto Natale, dopo essersi reso conto che i suoi tanto annunciati assi calati finora per vincere la partita contro il centrodestra sono in realtà carte senza valore, ora prova con il mazzo truccato. Più che il tressette col morto, gli consigliamo però il tressette a perdere. E’ quello che gli riesce meglio da anni».