Il Goethe Institut di Genova, che ha sede in via Assarotti, sarà chiuso entro il 31 gennaio 2024, come quello di Torino. Lo ha deciso, e annunciato il settembre scorso, il Consiglio Superiore del Goethe-Institut, l’istituto che ha il compito di diffondere la conoscenza della lingua tedesca all’estero e la collaborazione culturale internazionale.
Il Consiglio superiore dell’istituto ha programmato un’ampia trasformazione della propria organizzazione globale: il Goethe-Institut rafforzerà il suo impegno nell’Europa centrale e orientale, nel Caucaso, nel Pacifico meridionale e al centro degli Stati Uniti. E per ottenere le risorse necessarie a fare fronte a questo impegno taglierà sedi e ridurrà posti di lavoro altrove. Entro il 31 gennaio 2024 , con la chiusura a Genova e a Torino, sarà ridimensionato l’istituto di Napoli. La sede di Trieste è già stata chiusa l’anno scorso. In Italia rimarranno le sedi di Roma, Milano e Palermo e quella ridimensionata di Napoli. Anche numerosi altri Paesi e regioni del mondo, tra cui la vicina Francia, sono interessati dai cambiamenti. Tra gli altri, saranno chiusi gli istituti di Bordeaux e Lille, Curitiba, Osaka, Rotterdam e Washington.
Ieri a Genova si sono incontrati la segreteria Flc Cgil di Genova, il sindaco Marco Bucci e l’assessore alla gestione del patrimonio Comunale Francesco Maresca per mettere a punto proposte che evitino la chiusura dell’istituto. A Genova, denuncia Flc Cgil, sono tre le lavoratrici che rischiano di perdere il lavoro entro il 31 gennaio 2024, ma la chiusura delù Goethe Institut, presente nel capoluogo ligure da decenni, e attivo propulsore della cultura tedesca nella nostra città, comporterebbe anche oggettivamente un impoverimento del nostro tessuto culturale. Centinaia di studenti e di insegnanti hanno appresso la lingua tedesca al Goethe o l’anno perfezionata, e hanno partecipato alle sue attività culturali. Ora a Genova, se la sede di via Assarotti sarà chiusa, a insegnare la lingua tedesca rimarrà la Deutsche Schule di via Mylius, a Carignano.
Per evitare la chiusura della sede il Comune di Genova può agire sulla leva della riduzione dei costi di affitto. «Abbiamo espresso – dichiara Maresca a Liguria Business Journal – la nostra volontà di dare una mano. Siamo disponibili a offrire all’istituto una sede adeguata, in una villa storica o nel centro storico, o altrove, a canoni agevolati, quasi a zero. Abbiamo ampia disponibilità di locali e intendiamo fare tutto il possibile perché la sede genovese non chiuda».
(Foto di Marta Morello)