Nei primi 9 mesi del 2023 l’attività economica in Liguria ha continuato a crescere, ma in misura contenuta e con andamenti differenziati tra i settori. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) elaborato dalla Banca d’Italia, nel secondo trimestre la crescita del prodotto avrebbe rallentato, seguendo una dinamica analoga a quella nazionale.
Anche le previsioni per il futuro non indicano grandi svolte all’orizzonte: la crescita del Pil pare molto debole e con ampi margini di incertezza, legati alla debolezza del quadro congiunturale globale e all’evoluzione delle tensioni geopolitiche.
È quanto emerge dal rapporto congiunturale sull’economia della Liguria presentato questa mattina a Genova nella sede della Banca d’Italia.
“In Liguria i settori che forniscono un contributo più importante alla dinamica positiva sono le costruzioni e il turismo”, commenta la direttrice della sede di Genova della Banca d’Italia Daniela Palumbo, che sottolinea l’importo di 5,3 miliardi di euro assegnati alla nostra regione per realizzazione delle grandi opere infrastrutturali. “Una somma veramente rilevante che corrisponde a circa 3 mila 500 euro procapite, contro 2.100 euro di media nazionale”. Nei primi nove mesi del 2023 bene anche il turismo che continua a cresce nell’ordine del 4-4,1%, trainato soprattutto dalla componente straniera.
Al contrario andamento negativo per il settore del trasporto marittimo. «Purtroppo in questa fase registra una flessione, strettamente collegata a un andamento molto fiacco dei commerci internazionali», spiega Palumbo. «Il dato positivo – aggiunge – riguarda il mercato del lavoro, con l’occupazione che continua a crescere del 3,7%, in particolare nella componente femminile e, dopo anni di flessione, anche nella forma del lavoro indipendente».
Guardano ai prossimi mesi, sebbene non siano state elaborate previsioni sulla Liguria, la crescita dovrebbe essere molto contenuta. «Le stime nazionali di crescita del Pil sono molto basse e la Liguria non si discosterà di molto − spiega Palumbo −. Siamo sullo 0,7% per quest’anno, lo 0,8% per il 2024 e dell’1% nel 2025. Sono stime basse, non solo se confrontate ad anni precedenti, ma sono basse in assoluto perché già incorporano gli effetti attesi dell’investimento delle risorse del Pnrr. Non solo, sono stime su cui insistono dei rischi al ribasso, soprattutto legati all’evoluzione delle tensione geopolitiche e anche all’irrigidimento delle condizioni di offerta dei finanziamenti. Già abbiamo registrato un’importante contrazione dei crediti al settore produttivo dell’ordine dell’8%. Questi due aspetti potrebbero determinare una crescita addirittura minore di quella attualmente prevista. La Liguria fin qui ha dimostrato un andamento molto allineato a quello del Paese e quindi dobbiamo essere pronti a questa crescita molto contenuta, alla quale ci auguriamo possa far seguito una crescita più sostenuta grazie alle opportunità di investimento e di riforma strutturale offerta dal Pnrr».
Entrando maggiormente nel dettaglio del rapporto, nei primi tre trimestri dell’anno l’attività delle imprese industriali liguri è aumentata marginalmente, grazie soprattutto al contributo fornito da aziende che operano su commessa. La quota di imprese che hanno segnalato un incremento delle ore lavorate e del fatturato ha superato quella delle aziende che ne hanno dichiarato una riduzione; le previsioni a breve termine degli operatori sono comunque improntate a prudenza.
L’espansione nel settore edile, come detto, è continuata, pur rallentando, sostenuta dalle agevolazioni fiscali sugli interventi di riqualificazione del patrimonio abitativo e dalla prosecuzione dei lavori relativi alle principali opere infrastrutturali. Queste ultime sono destinatarie di ingenti risorse messe a disposizione dal “Piano nazionale di ripresa e resilienza” (Pnrr) e dal “Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr” (Pnc).
Nel terziario, i flussi turistici sono ancora aumentati, seppure in misura meno intensa rispetto al 2022, grazie a quelli di provenienza estera; anche il numero dei passeggeri in transito nei porti liguri è salito, tornando a superare i livelli pre-Covid. Nel primo semestre del 2023 il traffico commerciale marittimo si è invece ridotto rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, in particolare nella componente containerizzata. Nel comparto immobiliare le compravendite sono diminuite nel segmento abitativo, mentre sono rimaste stabili in quello non residenziale; i prezzi delle abitazioni sono cresciuti marginalmente, ma sono ancora scesi quelli degli altri immobili.
La redditività delle imprese ha continuato a beneficiare del positivo andamento dell’attività: circa i quattro quinti di esse prevedono di conseguire un utile nel 2023. La liquidità aziendale si è confermata su livelli elevati, con depositi bancari in crescita. In un contesto caratterizzato dal forte rialzo dei tassi di interesse, la domanda di nuovi prestiti si è indebolita e i finanziamenti al comparto produttivo si sono ridotti in misura marcata, in tutti i principali settori; le condizioni di accesso al credito sono diventate leggermente più restrittive in termini di quantità offerte e margini applicati alla clientela più rischiosa. Pur in aumento, i flussi di posizioni che presentano anomalie di rimborso si sono mantenuti su valori contenuti nel confronto storico.
Nel primo semestre dell’anno in corso l’andamento del mercato del lavoro è rimasto favorevole: gli occupati sono cresciuti, in misura più marcata nella componente femminile e in quella indipendente, e il tasso di disoccupazione è diminuito. Le assunzioni nette nel settore privato non agricolo sono state di poco superiori a quelle registrate nel corrispondente periodo dell’anno precedente, grazie agli incrementi osservati nei comparti del turismo e del commercio. Il ricorso alle forme di integrazione salariale si è ulteriormente ridotto.
In base alle previsioni disponibili, nel 2023 i consumi delle famiglie dovrebbero rallentare marcatamente in termini reali, continuando a risentire dell’elevata inflazione nonostante il suo progressivo rientro verso livelli più contenuti. Il forte rialzo dei tassi di interesse ha frenato la domanda di nuovi mutui, mentre le richieste di credito al consumo sono leggermente aumentate: nel complesso, i finanziamenti di banche e società finanziarie alle famiglie hanno sensibilmente decelerato.
Con riferimento al risparmio finanziario, i depositi delle famiglie liguri sono diminuiti, dopo un prolungato periodo di espansione. I titoli di imprese e famiglie a custodia presso il sistema bancario, valutati ai prezzi di mercato, sono aumentati; la crescita dei titoli di Stato e delle obbligazioni bancarie ha riflesso il rinnovato interesse dei risparmiatori verso i bond a fronte dei maggiori rendimenti offerti.
Qui il testo completo del rapporto trimestrale.