Una prima giornata dedicata al ruolo dei sindaci, delle città, alla sfida del Pnrr e alle difficoltà che i Comuni stanno incontrando anche con l’emergenza migranti.
Una cerimonia solenne quella che ha aperto l’assemblea nazionale Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ospitata dal capoluogo ligure alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e con il sindaco di Genova Marco Bucci che lancia l’idea di un coordinamento dei Comuni del mare.
«Saluto il sindaco di Genova, capitale, oggi, dei Comuni d’Italia. Città che ha saputo affrontare la inaccettabile tragedia del ponte Morandi, dando prova di grande impegno. L’importante risultato realizzato non chiuderà mai la ferita, che resta insanabile per la città e per l’intera Italia» ha detto Mattarella, che ha anche incontrato i parenti delle vittime poco prima della cerimonia.
L’incontro parenti vittime del Ponte con Mattarella
La presidente Egle Possetti commenta: «Al presidente abbiamo segnalato il disegno di legge presentato per le vittime dell’incuria sulle infrastrutture di trasporto, per noi un progetto di civiltà anche per il futuro, abbiamo segnalato la nostra preoccupazione per la situazione di alcune infrastrutture, abbiamo anche chiesto che il Memoriale della tragedia diventi monumento di interesse nazionale, quale monito per il futuro. Il presidente era informato sul nostro disegno di legge e lo seguirà nel suo iter. Ha compreso le nostre preoccupazioni per la sicurezza, anche alla luce della nostra tragedia. Si valuteranno gli eventuali percorsi tecnici per la definizione della qualifica del nostro luogo di memoria. Abbiamo anche invitato il presidente, se i suoi impegni lo permetteranno, all’inaugurazione del Memoriale».
Il presidente ha definito il Pnrr «occasione irripetibile nel medio periodo per migliorare la qualità della vita delle famiglie italiane, delle nostre comunità. È questione che interviene anche sul tuttora irrisolto problema dei divari tra aree montane, rurali e insulari del Paese e aree metropolitane. Va implementata positivamente la Strategia nazionale Aree interne, in coordinamento con le altre risorse destinate, con una visione complessiva che sfugga la tentazione dei compartimenti stagni».
Secondo il capo dello Stato oggi è il tempo della prova di dare piena attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Tante risorse, tanti progetti costituiscono nel loro insieme un’occasione storica per il nostro Paese, con la mobilitazione di importi ingenti, addirittura superiori a quelli del provvidenziale e mitico ‘Piano Marshall’ nel dopoguerra. Si tratta di un grande, decisivo contributo per innovare e migliorare l’Italia e l’Europa nella capacità produttiva, nella sostenibilità dello sviluppo futuro, nella coesione sociale. Abbiamo conosciuto le stagioni dell’ammodernamento infrastrutturale, abbiamo iniziato, negli anni 2000, a ridurre le distanze con l’alta velocità ferroviaria e a collegare le varie parti d’Italia con le reti wi-fi. Abbiamo iniziato e questi percorsi vanno completati. Siamo di fronte a nuove stagioni sul terreno della mobilità, del digitale, della formazione, che cambiano il modo di vivere e abitare, di produrre, di fare ricerca».
Per Mattarella si tratta della vera posta in gioco di questi anni: «Centrare gli obiettivi del Piano è, in tutta evidenza, un traguardo a cui istituzioni, imprese, forze sociali sono chiamate a cooperare con il massimo impegno. Questa è la vera posta in gioco: il salto in avanti che possiamo fare insieme».
Il presidente della Repubblica non ha dimenticato le difficoltà che vivono i Comuni quotidianamente: «Ai Comuni è chiesto, spesso, di intervenire come pronto soccorso, di decidere in fretta, senza avere certezza delle risorse necessarie ad affrontare le emergenze, con i sindaci in prima linea. È il caso delle calamità naturali. È il caso di flussi migratori di dimensioni non previste. Ciascuno deve fare al meglio la sua parte, sapendo che le politiche di mitigazione delle calamità devono essere accompagnate da adeguate politiche di prevenzione, così come è necessario dotarsi di visioni di ampio respiro per affrontare fenomeni epocali come le migrazioni, con cui ci si confronta ormai da anni».
Mattarella cita Calvino, nato in Liguria e di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita: «È dai Comuni, dalle città, dai paesi, che riparte la fiducia. Una fiducia non astratta, ma fondata su lavoro concreto, consapevole della forza da cui trae origine. Celebriamo i cent’anni dalla nascita di Italo Calvino e siamo qui in Liguria, la regione dove, da giovane, si è formato. Ne ‘Le città invisibili’ Calvino sogna e descrive luoghi immaginari, dove però il reale è vivo e l’ideale continuamente lo interroga e lo sfida. ‘La città ti appare come un tutto in cui nessun desiderio va perduto, e di cui tu fai parte’. I nostri centri abitati sono storia, progetto, impegno, speranza, percorso verso il futuro. Ciascuno di voi si propone di lasciarli più belli, più vivibili, più civili di quando li ha avuti affidati dal consenso elettorale. Un sogno e una promessa che ciascuno di voi avrà certamente fatto a se stesso. I Comuni sono i luoghi di democrazia dove questo percorso può essere condiviso. L’Italia conta su di voi».
Collegata da remoto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha detto: « I sindaci nel nostro paese ricoprono un ruolo fondamentale, ascoltando e risolvono i problemi concreti. Fare il sindaco è uno dei mestieri più difficili che si possano fare. Si prende cura della comunità che gli è stata affidata, è una missione che va portata avanti. Di tutto questo il governo è profondamente grato ai sindaci. Nel primo anno di governo coi sindaci abbiamo lavorato per rispondere alle emergenze, per non lasciare i comuni da soli di fronte alle emergenze e alle sfide che il tempo ci pone. Non è mai mancata la discussione, a volte anche schietta, ma il confronto è una ricchezza a cui non dobbiamo mai rinunciare per risolvere i problemi».
E il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, a Meloni ha scritto nuovamente in riferimento al terzo mandato: «Siamo l’unica figura istituzionale che per candidarsi in parlamento deve dimettersi sei mesi prima e che e’ soggetta al limite dei mandati. Qualche settimana fa ho scritto nuovamente alla presidente del Consiglio Meloni chiedendole un incontro per discutere di quell’ordine del giorno che abbiamo votato all’unanimita’ nel Consiglio nazionale dell’Anci». Decaro non fa sconti: «Con la legge di bilancio che è stata appena presentata, per la prima volta dopo sette anni si torna a parlare di tagli per i Comuni. All’orizzonte vediamo il rischio di tornare a una impostazione restrittiva con il rischio che cresca un clima di tensione e di crisi sociale».
A fare gli onori di casa il sindaco Marco Bucci, che dal podio ha lanciato una proposta: «Abbiamo fatto l’elenco dei Comuni che hanno almeno un pezzo di mare nel loro territorio e sono circa 700. Sono una parte importante dell’Italia che ha 8.000 chilometri di coste e vorremmo che all’interno di Anci ci fosse un’organizzazione che condivide le esperienze e le aspettative e le sfide, coordinandosi insieme per approfittare dell’energia, dell’acqua e dei benefici che arrivano dal mare, che abbiamo avuto in questi secoli e che vogliamo continuare ad avere in futuro. I Comuni del mare sono una cosa di cui sentiremo parlare in futuro».
Bucci ha aggiunto: «Vogliamo che sia una grande assemblea, che vi dia anche la possibilità di visitare il nostro territorio, ma soprattutto di ottenere risultati: scambio, netwokring, parlarsi, parlare dei nostri problemi, delle nostre sfide, degli obiettivi del futuro perché vogliamo che le nostre città diventino sempre più belle e più grandi. Fare bella e grande una città, vuol dire fare grande e bello un pezzo dell’Italia. Abbiamo sfide importanti davanti a noi: digitalizzazione, burocrazia, dobbiamo creare città intelligenti, mettere a terra tutte i progetti del Pnrr. Sono opportunità incredibili: non dobbiamo tirarci indietro, dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare tuti insieme per raggiungere l’obiettivo. Questo darà ricchezza al territorio e ricchezza occupazionale. i cittadini ci vedono come l’interfaccia con la pubblica amministrazione, i cittadini hanno bisogno della nostra fiducia e noi vogliamo dare fiducia a loro e chiediamo alle autorità nazionali di avere fiducia nei sindaci perché i sindaci possano mettere a terra i progetti. A Genova abbiamo una storia, purtroppo nata da una grande tragedia, che ci ha consentito di dimostrare che le cose si possono fare bene, nei tempi e nei modi giusti. I sindaci hanno questa capacità e non vedono l’ora di poterlo dimostrare con i fatti».
Anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha dato il benvenuto ai quasi tremila sindaci accreditati: «In questa sala, oggi, c’è il meglio della Repubblica italiana: il presidente che rappresenta l’unità del nostro Paese e tutti voi che ne rappresentate le mille sfaccettature, talenti, capacità. Questa è davvero la forza del nostro Paese. Abbiamo di fronte un momento complesso di sfide, ma i momenti complessi sono anche momenti di grandi opportunità e molte passano da questa sala: il Pnrr, i fondi europei, il sostegno alla domanda interna del Paese, la competitività che deve derivare da quegli investimenti, la capacità di rendere più efficiente la pubblica amministrazione e anche più attrattiva». Poi, si rivolge al capo dello Stato, Sergio Mattarella, presente in sala. «Caro presidente, l’ultima volta che è venuto in questo padiglione era un momento triste: era la calda estate del 2018 ed era appena avvenuta la tragedia del Ponte Morandi. Quel dolore resta, ma credo che arrivando qui, guardando i cantieri introno a questo padiglione, sia chiara la grande strada che da allora ha fatto questa città e questa regione. Se esiste un modello Genova, ed è il contributo che la nostra città e la nostra regione possono dare a questa assemblea, è la capacità di dialogo che allora, come nei mesi successivi, siamo stati capaci di mettere come governo centrale, governo regionale, amministrazione del territorio, associazioni di categoria, sindacati, tutti coloro che devono partecipare al bene comune».