Sarà Humana People to People Italia a gestire il nuovo servizio dedicato alla raccolta differenziata dei rifiuti tessili nel Comune di Genova e in quelli del genovesato serviti da Amiu.
Oltre 100 i contenitori posizionati nella provincia e 219 nel solo Comune di Genova, è stato affidato a Humana People to People Italia, organizzazione non profit che raccoglie, seleziona e valorizza abiti, tessuti, scarpe e borse per destinarli al riutilizzo, al riciclo o al recupero energetico, a seconda delle loro condizioni e caratteristiche. Un abito usato riduce l’impatto ambientale di 70 volte rispetto alla creazione di un capo nuovo.
L’organizzazione è già presente sul territorio con un altro importante anello della propria filiera, quello dei negozi: lo scorso 22 luglio è stato inaugurato il primo store Humana Vintage in via San Vincenzo 114 a Genova.
I primi contenitori di colore arancione e caratterizzati da una nuova grafica con un cuore
accostato a una maglietta, a sottolineare la missione sociale di Humana Italia, sono stati
posizionati lo scorso mese da Humana nei comuni di Cogoleto, Arenzano,
Ceranesi, Campomorone, Mignanego, Serra Riccò, Busalla, Ronco Scrivia, Isola del
Cantone, Propata, Rondanina, Fascia, Fontanigorda, Gorreto, Montebruno, Rovegno,
Sant’Olcese, Montoggio, Tiglieto, Mele, Davagna e Recco. Contestualmente Amiu ha
avviato una nuova campagna di comunicazione attraverso la distribuzione nelle cassette
postali di volantini dedicati a questo tipo di raccolta differenziata.
«Humana riutilizza i tessili raccolti per iniziative benefiche, per il recupero e il riuso degli stessi. Sarà presente anche dei nuovi comuni che andremo a prendere successivamente − afferma il presidente di Amiu Giovanni Battista Raggi − quindi si tratta di una collaborazione profonda per i prossimi anni per riuscire a far sì che anche tutto quello che è la fibra tessile possa essere effettivamente recuperata, riutilizzata anche perché è una fibra importantissima per il nostro mercato e per tutta quella che è la filiera della moda perché permette di risparmiare veramente tantissime risorse e di creare nuovi nuovi capi di abbigliamento e sostenere una filiera che in Italia sappiamo essere fondamentale».
Purtroppo − evidenzia Raggi − il tessile normalmente viene buttato un po’ ovunque, soprattutto nell’indifferenziata. «In realtà può essere o riutilizzato direttamente magari prendendo l’abito, rimettendolo in sesto e andando in quelli che sono ad esempio i negozi che Humana ha per finanziare le proprie attività di carattere sociale, ma si può anche recuperare direttamente la fibra cioè andando a scindere quello che è il composto tessile, recuperare le fibre primarie che possono essere utilmente ancora recuperabili e ricreare un nuovo tessuto che poi verrà utilizzato all’interno delle fabbriche per il vestiario».
Nel giro di un mese-un mese e mezzo i bidoni arancioni saranno installati in tutta la città. «Il criterio è sempre lo stesso − aggiunge Raggi − cioè quello di riuscire a recuperare maggiore quantità di tessile possibile. Humana ha partecipato alla gara e ha fatto quella che è l’offerta migliore dal punto di vista complessivo dell’utilizzabilità e riciclabilità dei materiali e quindi in base a questo si è assicurata il contratto con noi».
«Noi abbiamo una raccolta che dà molto valore al riutilizzo − spiega la presidente di Humana People to People Karina Bolin − quindi il nostro obiettivo principale è questo: raccogliere quanto possibile e creare una filiera con la fashion sostenibile. Quindi il capo che è riutilizzabile, sarà sempre riutilizzato. Quando il materiale non è destinato all’utilizzo perché è troppo usurato, non è più valido come un capo, diventa un materiale riciclato e lì troviamo aziende di cooperazione dove si può fare anche il riciclo».
Humana ha anche un progetto di invio dei vestiti in Africa con un controllo su ogni capo che si manda. «Senza questi vestiti usati le persone non avrebbero potuto vestirsi bene perché il capo nuovo costa troppo per chi vive con cifre sotto i due dollari al giorno», sottolinea Bolin.
Sono otto le persone che saranno impiegate nella raccolta genovese e in Italia Humana è arrivata a oltre 250. Nel negozio di via San Vincenzo lavorano sei persone. e quindi in totale eh sul paese qui siamo in toni di quattordici persone.
Nel contenitore si possono anche mettere scarpe, ma anche biancheria di casa, tutto quello che è il tessile. «Gran parte delle scarpe hanno ancora un valore e vengono reimmesse nella filiera».
«Questa sinergia tra Humana People to people, Comune di Genova e Amiu − dice
l’assessore al Commercio Paola Bordilli − è un esempio virtuoso di collaborazione tra
pubblico e privato. Una collaborazione che è importantissima sotto molteplici punti di vista
perché, se da un lato favorisce la sostenibilità attraverso un corretto smaltimento dei rifiuti
tessili, dall’altro riesce a rimetterli a disposizione, valorizzandoli, attraverso una rete
commerciale che si fa a sua volta promotrice di valori positivi come la cooperazione, la
sensibilizzazione in merito a cause importanti riuscendo anche a finanziare progetti che
portano ad azioni concrete».