Viene detta “scema” perché è semplice, fatta con pochi ingredienti e poveri, e richiede un minimo lavoro questa torta diffusa a Sarzana e nella Lunigiana. Rispetto alla torta di riso genovese non ha bisogno della pasta matta, delle uova, della quagliata, del parmigiano. Siccome è anche buona, il risultato è che in cambio di poco ci dà molto. E la chiamano scema. Questo potrebbe indurci ad amare riflessioni, che vi risparmieremo.
Vediamo piuttosto come farla, la nostra torta scema.
Prendiamo pari pari la ricetta da agriligurianet.
“Ingredienti: 250 g riso, 100 g farina, un bicchiere di acqua, due cucchiai di olio di oliva, pan grattato, sale.
Preparazione: portare a bollore un litro di acqua, versarvi il riso con un po’ di sale e fare cuocere per circa 15 minuti. A cottura ultimata, lasciarlo intiepidire nella sua acqua. Preparare intanto una pastella con la farina, l’acqua, l’olio di oliva e un pizzico di sale. Ungere la teglia con olio di oliva, versarvi la pastella e quindi il riso. Pareggiare bene sino ad ottenere una superficie liscia. Ricoprire con il pane grattato e versare sopra l’olio. Cuocere in forno a 200°C per circa un’ora”.
Una precisazione: la pastella non è la pasta delle pasqualine, è liquida, come quella che si usa per friggere il baccalà o altro. Si versa nella teglia con un cucchiaio.
Questa torta è buona tiepida o a temperatura ambiente. E si abbina bene al Colli di Luni Bianco.
Placet experiri!