Al termine dell’assemblea tenutasi ieri, 25 maggio, all’ospedale Gaslini di Genova, Nidil Cgil Genova, Felsa Cisl Liguria e Uiltemp Liguria prorogano lo stato di agitazione per i lavoratori somministrati dell’ospedale.
I sindacati sottolineano come il percorso di stabilizzazione per gli operatori sanitari, previsto anche per i meriti guadagnati sul campo durante la pandemia, sia ostacolato dalla legge 14/2023, che “di fatto esclude i lavoratori precari dal percorso”. Una problematica nazionale, “ma che in questo ospedale rischia di lasciare a casa una trentina di somministrati”.
«È inaccettabile che a distanza ormai di molti mesi dalle norme stabilite dal governo per tutelare gli operatori della sanità, ancora alcuni lavoratori vengano discriminati solo perché in somministrazione – commentano Emanuela Traverso, Sergio Tabò e Roberta Cavicchioli, rispettivamente segretari di Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp – il Gaslini ha già annunciato una serie di assunzioni tra oss e amministrativi, è assurdo che in questo percorso non ci sia spazio per chi ha già da mesi contribuito al funzionamento dell’ospedale e attende un diritto ottenuto con fatica e spirito di sacrificio».
«È evidente – proseguono i rappresentanti dei sindacati – che anche la Regione Liguria fa figli e figliastri quando si tratta di stabilizzare: con una delibera ad hoc ha giustamente permesso anche ai collaboratori continuativi che avevano affrontato i mesi della pandemia di accedere al percorso di stabilizzazione previsto dalla legge per gli operatori sanitari. Per questo abbiamo chiesto un incontro urgente con le istituzioni regionali: nel frattempo, per sensibilizzare la cittadinanza e la stampa, il 31 maggio porteremo in piazza De Ferrari i lavoratori con tanta rabbia e una richiesta precisa. Essere lavoratori “atipici” non significa essere dimenticati», concludono.