Completata la terza e ultima fase del restauro del palazzo Balbi Senarega, uno dei più prestigiosi tra gli edifici storici sedi dell’Università di Genova.
L’edificio è uno straordinario esempio di architettura abitativa aristocratica seicentesca, tra i palazzi disegnati da Rubens e oggi compresi tra gli edifici riconosciuti patrimonio Unesco.
L’apparato affresco che lo caratterizza ne fa uno dei casi più rappresentativi della grande decorazione barocca genovese. Il palazzo è sede del Dipartimento di italianistica, romanistica, antichistica, arti e spettacolo – Diraas e del Dipartimento di antichità, filosofia e storia – Dafist, dipartimenti della Scuola di Scienze umanistiche, storicamente al centro dell’attività didattica e della presenza degli studenti nel polo di Balbi.
L’intervento di restauro e di allestimento ha interessato quattro ambienti dell’appartamento di Francesco Maria Balbi al secondo piano nobile del palazzo. L’operazione ha coinvolto integralmente quegli spazi a partire dalle coperture, agendo su pavimenti, pareti e soffitti affrescati, infissi e nuovi arredi e costituisce un modello dell’intervento che si vorrebbe allargare all’intero edificio, articolato sul cortile colonnato e sui due piani nobili collegati dal grande scalone monumentale e aperto sul giardino concluso da un ninfeo con grandi statue. Ben 16 sono le sale affrescate dai grandi maestri del barocco, Valerio Castello, Domenico Piola, Gregorio De Ferrari, Giovanni Andrea Carlone.
L’attività è stata condotta in tre fasi: la prima ha riguardato le coperture, con inizio lavori nel luglio del 2019 e conclusione nel maggio del 2020. La seconda fase ha interessato i restauri delle superfici interne e gli infissi e si è svolta tra il gennaio del 2021 e il luglio del 2022. La terza fase con la progettazione e la fornitura e la messa in loco dei nuovi arredi, secondo le normative di sicurezza, iniziata nel dicembre del 2022 e ora conclusa.
L’impegno economico sostenuto dall’Università è consistito in euro 620.000 circa di cui euro 590.000 per le tre fasi e circa euro 30.000 per la messa in sicurezza iniziale. Non ci sono state spese tecniche in quanto l’aspetto progettuale e la direzione operativa è stata svolta con forze interne e in virtù di una convenzione stipulata con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Genova e Provincia della Spezia.