Un territorio produttivo, capace di affrontare le sfide e rispondere alle negatività locali e globali in modo incisivo, nonostante le criticità esterne. Questo il quadro che emerge dagli indicatori del 2022 in provincia di Savona, con un andamento più forte delle difficoltà locali (il sistema infrastrutturale e la debolezza politica del savonese) e di quelle internazionali (materie prime, costi energetici) con un’eccezione in controtendenza, come del resto in tutta Italia, relativa solo all’ultimo trimestre dell’anno in corso.
È quanto si evince dai numeri forniti dall’Unione Industriali di Savona sul report legato all’andamento economico del savonese.
Savona è la seconda provincia più popolosa della Liguria con 269.752 abitanti Rappresenta il 17,8% del totale degli abitanti della Liguria Nel periodo 2011–2021 ha perso il 4,4% della popolazione contro una media ligure del -3,7%. Savona è la provincia più anziana d’Italia (età media 50 anni) e ha un indice di dipendenza degli anziani del 49,6% (Italia 37,5%, Ue 29,9%). Per ogni anziano in provincia di Savona ci sono solo 2 forze lavoro In Italia ce ne sono 2,7. Nella Ue ce ne sono 3,3.
La provincia di Savona si conferma la parte di Liguria che ha saputo reggere, meglio di altre zone, il contraccolpo post Covid, aggravato dalla crisi internazionale, l’inasprimento della guerra in Ucraina e le conseguenze delle sanzioni, il reperimento delle materie prime e il caro energia: “Adesso, però, serve un cambio di passo dall’interlocuzione istituzionale, ancora troppo lenta rispetto alle necessità di chi fa impresa” dichiarano i vertici industriali.
Perché nel savonese c’è una bassa percentuale di laureati residenti: solo il 15,2% della popolazione ha una laurea, contro una media regionale del 17,6%, del 17,3% del Nord-Ovest e 17,2% nazionale (dati Censis-Fondazione De Mari). Inoltre persiste il problema di attrarre laureati di ritorno: dei 6.641 cittadini residenti nella provincia di Savona e iscritti all’università nel 2021, il 42% studia fuori dalla Regione Liguria, ossia 2.788 unità. A distanza di 10 anni il dato è raddoppiato: nell’anno accademico 2010/2011 la quota di iscritti in atenei fuori regione era il 22,4%, circa 20 punti percentuali in meno di oggi. C’è quindi una grande “fuga” che tuttavia non sembra prevedere una strada per il ritorno. Non a caso, Savona è la provincia italiana con la più bassa incidenza di 25-40enni sul totale popolazione (14,3%, contro il dato medio nazionale del 17,6%).
Tredici ragazzi su 100 neppure si diplomano, dei restanti 87 che concludono il percorso delle secondarie di secondo grado, 8 di diplomano ma non hanno le competenze minime per trovare un lavoro coerente con il diploma, né hanno le competenze per poter affrontare un percorso universitario (dati Openpolis, Save the children).
Sul fronte del lavoro nel 2020 si sono persi circa 4.000 posti. Il 2021 ne ha recuperati poco più di 1.000. I primi nove mesi del 2022 indicano un forte recupero che riporta i dati dell’occupazione al periodo pre-covid, in particolare nei settori del turismo, della logistica, dell’industria e delle costruzioni. Nell’ultimo trimestre l’aumento del numero di ore di Cig fa pensare a una brusca frenata dell’occupazione, che resta sostanzialmente bloccata tra l’ultimo trimestre del 2022 e tutto il 2023.
Il presidente dell’Unione Angelo Berlangieri, commenta: «Nonostante la situazione sia drammatica già a livello nazionale, siamo di fronte a un inverno demografico qui altamente accentuato. Questo tema sembra però secondario all’attenzione della politica. Non può e non deve esserlo. Almeno per noi, rappresenta una gravissima emergenza. In seconda battuta, dopo la fase di programmazione, il 2023 deve diventare la stagione della progettazione di alcuni interventi e dell’apertura di molti cantieri. Il tempo dell’attesa è finito e le infrastrutture devono essere una priorità. Per l’Aurelia Bis non possiamo più sopportare ritardi, anzi, confidiamo in un’anticipazione dei tempi di conclusione del cantiere rispetto ai 1000 giorni di lavoro stimati. Chiediamo un’accelerazione, anche, per il suo secondo lotto, senza il quale, l’arteria alternativa sarebbe monca. Non dimentichiamo il raddoppio ferroviario del Ponente e, al tempo stesso, la variante dell’autostrada A6, tra Savona e Altare che deve trovare al più presto le autorizzazioni, così come il casello di Bossarino ancora bloccato dalla burocrazia in commissione Via a Roma. Alla politica, a ogni livello, chiediamo risposte chiare e in tempi rapidi, alle esigenze del mondo dell’impresa, per avere un territorio capace di essere competitivo. E come ricorda il presidente Carlo Bonomi, “Confindustria non tifa per nessuno. Giudica sui fatti”».
Un’analisi condivisa e ampliata con il supporto delle analisi statistiche del direttore dell’Unione Industriali, Alessandro Berta: «Il nostro territorio è consapevole di scontare innumerevoli criticità. Al tempo stesso, però, va sottolineata la straordinaria capacità di resilienza alle avversità dell’ultimo biennio e una crescita silenziosa, spesso, passata sotto silenzio. I nostri imprenditori sanno bene che in questa parte di regione insiste gran parte del cuore produttivo dell’intera Liguria. È bene che il dato sia percepito qui e anche extra provincia. Le cifre chiariscono che il 2022 è stato un anno record per gli scali di Savona e Vado, con una crescita superiore di più del doppio del resto del sistema portuale, il turismo che è tornato ai livelli pre covid, l’industria e le costruzioni che sono ulteriormente cresciuti, con numeri di export industriale da record e un’occupazione che è tornata ai livelli del 2019. Tendenze positive su comparti faro della nostra economia come logistica, turismo, industria e costruzioni seppur, in quest’ultimo caso, con gli interrogativi legati al futuro degli incentivi statali. Dalla nostra provincia arriva un apporto concreto e decisivo al pil del Nord Ovest: la crescita percentuale del valore aggiunto 2022 su 2021 è stata la migliore d’Italia, seconda solo alla provincia di Milano e, allo stesso tempo, le previsioni del 2023 evidenziano un tendenziale di valore aggiunto positivo, ponendo il savonese tra i tre territori migliori del Paese, quando le previsioni di fine anno danno 6 provincie su 10 in recessione. Questo grazie alla differenziazione produttiva: logistica, industria e turismo, in grado di assorbire meglio le crisi rispetto a territori settorialmente più caratterizzati».
Se durante il periodo più duro del lockdown, la provincia di Savona è stato un territorio molto più resiliente dal punto di vista del lavoro rispetto alle altre province liguri, nel 2021 ha recuperato meno del resto della Liguria e del Nord-Ovest sul 2019. Nel 2022, con una forte spinta del turismo, riguadagna quanto perso (almeno nei primi nove mesi). Nel 2023 a fronte di un’emorragia di posti in Italia (previsti -150.000 addetti nel Paese), Savona risulterebbe essere, nelle previsioni statistiche, tra i pochi territori che godrà ancora della spinta propulsiva del 2022, con un previsto recupero di alcuni posti di lavoro e con una riduzione dei disoccupati. Le previsioni Cgia di Mestre (rapporto sul lavoro 2023 del 2 dicembre 2022 – elaborazione su dati Prometeia) indicano un 2023 stabile in termini di disoccupazione, facendo entrare Savona tra le migliori 20 province d’Italia, con una disoccupazione pari a meno di 7.000 unità complessive. Il dato di maggior interesse è che il numero dei disoccupati a fine ottobre 2022 (6.923) è notevolmente inferiore a quello del 2021, in linea con il dato del 2019.
Le statistiche danno nel 2023 6 province italiane su 10 in recessione. Savona registra una sostanziale tenuta, con una previsione di crescita del valore aggiunto reale nel 2023 del +0,6%, che la pone al secondo posto in Italia dopo la provincia di Milano (+0,8%). Il confronto del valore aggiunto reale 2019-2023 evidenzia una crescita del +4,7% del 2022 sul 2021. Anche in questo caso è il secondo miglior risultato dopo Milano, alla pari con Verona. Anche rispetto al 2019, il 2022 registra un lusinghiero +1,2%, ponendo Savona tra i territori più resilienti a livello nazionale, e nelle 30 province che registrano un trend di crescita superiore all’1% rispetto al 2019. Riassumendo, il trend del valore aggiunto reale + 4,7% 2022 su 2021 + 0,6% 2023 su 2022 (previsione) +1,2% 2022 su 2019 (ultimo anno pre-pandemico).
In ambito turistico il mercato è ancora eccessivamente di prossimità e ristretto (di fatto solo Piemonte, Lombardia, Germania, Svizzera e Francia) con conseguente perdita di quote di competitività rispetto al resto della Liguria. La provincia di Savona conferma il ruolo di locomotiva dell’economia turistica ligure producendo il 34% del valore aggiunto turistico ligure contro il 27% di Genova, il 20% di Imperia e il 19% della Spezia.