Come Genova sta diventando hub digitale? Lo raccontano le aziende che stanno investendo milioni sul capoluogo ligure. A giudicare da com’è andata a Marsiglia e Amsterdam, le premesse per creare sviluppo economico ci sono tutte.
Nella prima giornata della Genova Smart Week, dedicata alla “Città digitale tra collaborazione e competizione globale” è stato fatto il punto della situazione. Giuseppe Sini, responsabile della direzione clienti business di Retelit, ha illustrato appunto i passi avanti fatti a Genova negli ultimi due anni in ambito di trasformazione digitale: «Un’amministrazione illuminata favorisce gli investimenti e in due anni gli operatori hanno realizzato infrastrutture terrestri per consentire l’approdo di fino a 11 cavi di fibra ottica dal mare, addirittura. Per far diventare Genova un hub nell’ambito del digitale servono infrastrutture strategiche e il porto diventa punto focale: fibre ottiche, reti private 5G, mini data center. I dati scambiati nel porto sono infiniti ma non sono ancora digitali. Tutti condividiamo la stessa visione, ora il passo importante dipende dalle imprese locali: le infrastrutture iniziano a esistere, ci sono poche scuse».
L’azienda Sparkle ha ricevuto il Global Carrier Award come Best subsea innovation per il progetto della Genoa Landing Platform. Giuseppe Valentino, Evp Backbone & Infrastructure Solutions dell’azienda, ha aggiornato le tempistiche sul cavo sottomarino che sta per approdare in città: «La parte a mare dell’infrastruttura verrà terminata a inizio di dicembre di fronte alla Foce. I cavi entrano in un tunnel antisismico situato a 3 metri sotto terra, sino alle alture di Lagaccio dove c’è la centrale Tim landing station. Dal Lagaccio partono le reti terrestri che vanno da un lato a Parigi, Londra, Dublino e dall’altro a Milano, Francoforte e Amsterdam». Il cavo approderà a Genova a inizio gennaio e sarà scalabile, nel senso che altri sei cavi possono arrivare a Genova senza nuove opere. È interrato a 1,2 metri sotto livello del mare. La parte tirrenica del progetto Blue Raman, di cui fa parte il cavo di Sparkle realizzato con partner come Google (collega Genova con l’India), sarà completata entro marzo 2023.
Luca Beltramino, presidente & Co-Fondatore, Ge-Dix Genova Data Internet Exchange, ha spiegato l’importanza di avere un Data Internet Exchange per avere successo a livello di sviluppo economico. Ad Amsterdam è stato considerato fondamentale insieme al porto e all’aeroporto. «Il Data Internet Exchange permette interconnessione diretta tra dati, con aumento di efficienza. Tra i fondatori di quello genovese ci sono 4 carrier di telecomunicazioni che ne attrarranno altri. A cascata attirerà i distributori di contenuti come Netflix o Now Tv, chi fa servizi di hosting, di gaming, di social network. La conseguenza è che l’attrattività dell’hub aumenterà». Marsiglia, grazie alla posizione strategica come approdo di cavi, in soli 5 anni è diventato un centro top a livello mondiale. «Gli effetti diretti di tutto ciò – spiega Beltramino – riguardano la trasformazione digitale, la velocità del dato, la riduzione della latenza, la riduzione dei costi, la diminuzione della congestione delle reti. Tra i benefici indiretti ci sono il miglioramento dell’immagine di Genova, l’attrazione di investimenti, aumento del pil e dei posti di lavoro».
Chi sta puntando su Genova da tempo è Leonardo. Angelo Barabino, chief of staff, transformation & governance – cyber & security solutions division di Leonardo, illustra come la città sia un centro fondamentale per l’azienda, che ha appunto stabilito nel capoluogo ligure la sede della divisione cyber & security, i Leonardo Labs, il supercomputer tra i più performanti del mondo. Circa 2700 le persone impiegate su tutta la regione. «Il nostro a.d. parla sempre di Genova come digital valley italiana – dice Barabino – e qui sviluppiamo competenze evolute in ambito digital e cyber necessarie per la trasformazione digitale e sostenibile in collaborazione con stakeholder locali».
L’academy aperta da Leonardo dedicata alle tematiche cyber e di sicurezza ha erogato in sei mesi corsi a circa 5000 persone, creando anche focus rivolti a giovani e giovanissimi, ma anche alle aziende visto che l’85% degli attacchi cibernetici a buon fine è legato all’errore umano.
Altra infrastruttura fondamentale in ottica smart city è la rete elettrica. Enrico Bottone, direttore dell’area Piemonte e Liguria di E-Distribuzione, spiega che l’infrastruttura è fondamentale per lo sviluppo verso la transizione energetica. «Se noi dobbiamo garantire lo sviluppo dei porti verdi con il cold ironing, l’elettrificazione dei consumi, c’è bisogno di un’infrastruttura che li garantisca. E-Distribuzione non può non giocare un ruolo importante, anticipando il fabbisogno di certe esigenze. L’azienda sta investendo molto su Genova: decine di milioni di euro mettendo in campo cabine primarie, come quella per quello che sarà tutto il rinnovato quartiere del Waterfront di Levante. Su Sampierdarena e Certosa è in atto un’operazione per rendere la rete smart: «Genova deve essere sempre più data driven – dice Bottone – sfruttare le potenzialità del dato». In questi anni, secondo quanto dichiarato da Bottone, la qualità del servizio è migliorata del 15% circa portando il livello al top in Italia e in Europa.
Il sindaco di Genova Marco Bucci rema in questa direzione: «Siamo un nodo intermodale e lo diventeremo sempre più grazie alle tecnologie, associando a esse cultura e rispetto per l’ambiente possiamo assicurare a noi stessi e alle prossime generazioni un futuro. Dobbiamo e vogliamo, come amministrazione, essere percepiti come un elemento facilitatore verso le imprese, vogliamo far capire che innovazione vuol dire efficienza e che è possibile fare le cose bene e velocemente a favore dei cittadini e di chi vuole operare sul nostro territorio».