Una ricca rete distributiva sul territorio genovese che consta circa 190 negozi dei grandi marchi della grande distribuzione con oltre 3500 dipendenti, non sentiva la necessità di un altro grande marchio sul territorio.
«Attualmente la grande distribuzione occupa a Genova circa 70 mila metri quadri e una popolazione lavorativa a maggioranza femminile con un lavoro part time − spiegano Fabio Servidei e Marco Callegari, segretari regionali Uil Liguria e Uiltucs Liguria – nessuna discussione è avvenuta con le parti sociali per l’insediamento del nuovo marchio e noi siamo francamente molto preoccupati per la possibile, se non quasi certa, desertificazione del territorio con gravi ripercussioni sull’occupazione esistente e per la rete sociale».
La presenza e la vita dei piccoli grandi negozi sono oggi a rischio, secondo la Uil. Il riferimento implicito è al via libera a Esselunga a Sestri Ponente.
Uil Liguria e Uiltucs chiedono l’apertura di un tavolo istituzionale preventivo, in particolare con Regione Liguria, appena il nuovo assessore sarà insediato, per discutere di un necessario e continuo dialogo sociale e un impegno per cercare di ricollocare i lavoratori che avranno la peggio con la prossima apertura di questo nuovo marchio. Le delegazioni polceverasche e quelle dell’estremo Ponente genovese, nonché il centro storico rischiano una polverizzazione delle realtà commerciali e del capitale umano che sfiora le 4 mila unità, più una desertificazione sociale senza precedenti.
«Istituzioni e politica hanno il dovere di interpretare i bisogni del territorio – ribadiscono Fabio Servidei e Marco Callegari – ci aspettiamo un intervento che punti alla buona occupazione e non alla precarietà. L’iniziativa economica, come dice l’articolo 41 della Costituzione, è privata e libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. La politica deve coniugare questo mandato, avendo giurato sulla Costituzione. Purtroppo questo mandato non ci risulta sempre rispettato».