Parte oggi la seconda call di Up2Stars, il nuovo programma di accelerazione e valorizzazione delle startup innovative, ideato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center. Alla prima call dedicata a digitale e industria 4.0 sono state oltre 230 le startup che si sono autocandidate sul sito di Intesa Sanpaolo, superando di gran lunga le previsioni; di queste cinque sono start up liguri, di cui non è ancora possibile sapere il nome.
Dedicata alle startup attive nel settore della Bioeconomia applicata ad AgriTech e FoodTech, la seconda call di Up2Stars punta a cogliere e sviluppare progetti e team di innovazione provenienti da un segmento particolarmente ricco di opportunità per molte economie specializzate e, soprattutto, fertile di progettualità circolare e sostenibile applicata all’eccellenza del made in Italy e delle produzioni tipiche Dop e Docg.
Sviluppato nell’arco dell’intero anno in 4 call bimestrali, Up2Stars prevede un processo di autocandidatura, selezione, accelerazione e networking totalmente gratuito e rivolto a startup attive nei settori identificati come strategici per l’economia del nostro Paese.
Le prossime call saranno dedicate a Medtech e Healthcare e all’Aerospace. Per ciascuna call verranno selezionate al massimo 10 startup, per un numero complessivo di 40.
La seconda call, attiva dall’11 aprile al 22 maggio, è dedicata alla selezione delle startup attive nei settori dell’AgriTech & FoodTech specializzate in:
– Agriculture & Farming (including livestock): agricoltura di precisione e rigenerativa, fertilizzazione biologica, droni e sensoristica, vertical / urban farming, allevamento sostenibile, allevamento smart, salute animale
– Machinery & appliances for farming: automazione e robotica, embedded devices & IoT, connettività macchinari
– Safety & security: soluzioni per ispezione e diagnosi, soluzioni per tracciabilità e controllo qualità, conservanti e additivi naturali, sustainable packaging (bio-based, biodegradable, re-usable), active packaging, food flavouring, food sanitizers, odor management
– Nutrition & Health: nuove fonti di proteine non animali, sugar alteratives, functional foods, superfoods, soluzioni zero-waste, food waste management, biodiversità
– User experience: food logistics (servizi per la mobilità, distribuzione e consegna), foodtainment (Ar/Vr, marketing), social fooding, meal kit, consumer dietary technologies
Le autocandidature registrate accedendo alla pagina dedicata verranno valutate sulla base di cinque punti: Team (competenze complementari, impegno e risorse proprie, capacità di coinvolgere advisors idonei); Opportunità di mercato (dimensioni e previsioni di crescita del mercato target, go-to-market, panorama della concorrenza); Prodotto (esigenza a cui si intende far fronte, design e innovazione, vantaggi competitivi, stadio di sviluppo); Difendibilità (barriere d’ingresso quali proprietà intellettuale, se applicabile, altrimenti time-to-market e traction o altro); Piano Economico (piano quinquennale con ipotesi solide, uso dei fondi raccolti, Roi strategy).
Al termine di ciascun percorso di accelerazione, ogni bimestre, è previsto un Demo Day di presentazione delle startup accelerate ad una platea di investitori e imprese. Up2Stars concluderà il ciclo con un evento di valorizzazione e celebrazione finale delle 40 startup selezionate e accompagnate in un percorso di crescita che consentirà loro di incontrare coach, mentor e investitori, creare networking e favorire incontri con imprese mature.
Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo commenta: «L’innovazione è un fattore strategico cruciale anche per il settore agroalimentare, pilastro della nostra economia a cui da sempre Intesa Sanpaolo dedica strutture, risorse, progettualità e servizi. Nell’ambito della nostra Direzione Agribusiness, centro di eccellenza dedicato all’agricoltura, abbiamo creato anche una struttura dedicata allo sviluppo e monitoraggio di servizi di agritech e di digitalizzazione del mondo agricolo, proprio per cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia. Negli ultimi due anni, segnati dalla pandemia, abbiamo assistito ad una notevole accelerazione del processo di trasformazione tecnologica in molti settori della nostra economia, che ha reso sempre più impellente il bisogno di un ecosistema di startup di altissimo livello. Con questa seconda call di Up2Stars intendiamo selezionare e accelerare le realtà imprenditoriali emergenti che stanno sviluppando progetti dedicati ad Agritech e Foodtech, per favorire una nuova assimilazione di innovazione sostenibile e circolare anche nella filiera agroalimentare, nuovi asset strategici capaci di rispondere alle nuove emergenze dettate dal contesto politico-economico e per cogliere in pieno le opportunità offerte dal Pnrr».
La direzione studio e ricerche di Intesa Sanpaolo dà qualche cifra: secondo le stime presentate nel Rapporto “La Bioeconomia in Europa”, la Bioeconomia in Italia nel 2020 ha generato un output pari a circa 317 miliardi di euro, occupando poco meno di due milioni di persone.
Dopo aver chiuso il 2019 con un incremento dell’1,4%, nel 2020 la Bioeconomia ha perso nel complesso il 6,5% del valore della produzione, un calo inferiore rispetto a quanto segnato dall’intera economia (-8,8%): il peso della Bioeconomia in termini di produzione è pertanto salito al 10,2% rispetto al 10% del 2019 e al 9,9% del 2018.
In tutti i paesi europei il valore della Bioeconomia ha registrato un calo meno rilevante rispetto al totale dell’economia (-4,3% per il Regno Unito, -3,1% per la Germania, -3% per la Spagna, -2,3% per la Francia e +3,3% per la Polonia), evidenziando una maggiore resilienza allo shock pandemico, grazie alla natura essenziale di molte delle attività di questo metasettore, con risultati che dipendono sia dalla severità della pandemia e delle relative misure di contenimento, sia dalla differente composizione della Bioeconomia nei diversi paesi. Le performance settoriali risultano molto diversificate: la filiera agro-alimentare, che in Italia rappresenta oltre il 60% del valore della Bioeconomia, è risultata meno colpita dalla crisi generata dalla pandemia (nonostante la chiusura della ristorazione a valle), così come le utilities (energia, acqua, rifiuti) e la filiera della carta (grazie al sostegno dei prodotti per utilizzi sanitari e del packaging, visto il boom del commercio online). Il sistema moda, che riveste un ruolo particolarmente importante per l’Italia, è invece il settore che registra la flessione più accentuata, a causa della chiusura della fase distributiva, del blocco negli arrivi di turisti stranieri e delle modifiche nelle preferenze d’acquisto dei consumatori.