Noberasco punta sulla filiera italiana, con il controllo di tutto il processo produttivo, dalla semina alla confezione del prodotto e l’impiego della tecnologia più avanzata, blockchain per garantirsi la tracciabilità del prodotto e QR code per garantirla al consumatore, droni, trattori dotati di computer che supportano l’agricoltore nell’esecuzione delle operazioni. Industria 4.0 applicata all’agricoltura (e alla lavorazione nello stabilimento di Carcare) insieme alle suggestioni della Bella époque: l’azienda, nata nel 1908, non ha mai rinunciato ai colori, ai profumi e alle sensazioni di quegli anni che ancora oggi significano benessere e gaiezza.
La linea Filiera 100% Italia – mandorle siciliane, fichi di Calabria, mele e nocciole del Piemonte, aggiunte al progetto di coltivazione di arachidi 100% Italia – è la base di lancio della celebrazione delle festività pasquale ideata dall’azienda: sulle vetrine dei negozi-boutique Noberasco 1908 ad Albenga, Firenze, Milano, Torino e Treviso, Nicolò Canova, giovane artista torinese, ha realizzato delle “cartoline” della Costiera Amalfitana, ispirandosi a quelle meraviglie tra Amalfi e Positano tanto amate all’epoca del Grand Tour.
Incastonata da geometrie e grafismi tipici di una maiolica dipinta a mano, ogni vetrina è un unicum. Agrumi, rami carichi di foglie carnose e profumate, i colori vibranti del Mediterraneo e il sole che brilla alto sul mare soni protagonisti dei dipinti di Canova. L’ultima vetrina, quella di Treviso, è stata terminata proprio oggi. Tutte rimarranno fino all’estate.
«Il nostro Paese – spiega Gabriele Noberasco, presidente del gruppo, esponente della terza generazione (della quarta è il nipote Mattia, amministratore delegato) e creatore del retail di Noberasco 1908 – offre infiniti spunti di bellezza e a noi piace raccontarli. Lo facciamo con grande cura dei dettagli. Di qui l’idea delle vetrine decorate dal giovane Nicolò Canova. Con la pandemia abbiamo viaggiato tutti meno e non con la leggerezza di un tempo. Amalfi, Positano e la Costiera per noi sono sinonimo di agrumi e di un mood che nei mesi scorsi si è un po’ perso e che abbiamo voluto fare rivivere nell’offerta per la Pasqua. Quindi ecco le uova in cinque varianti o le colombe di Fabrizio Galla con le albicocche essiccate del Vesuvio, una vera eccellenza del territorio. E poi le due latte litografate che si distinguono per il loro coperchio decorato come una maiolica, la vera novità, una per la colazione del mattino e la merenda, l’altra per l’aperitivo. In entrambe ci sono nostri grandi classici che sposano alla perfezione l’offerta di piccoli produttori artigianali».
Il primo progetto di Filiera Italiana certificato blockchain è nato nel 2020 grazie alla collaborazione con Società Italiana Sementi (Gruppo BF Spa) e Coldiretti, con la produzione dell’arachide italiana. «La coltivazione – racconta Gabriele Noberasco – era sparita in Italia a a fine anni 70 dove non era più conveniente rispetto all’importazione. Eravamo stati proprio noi italiani a portarla in Libia. In vantaggi offerti dal clima secco e caldo di quel paese sono risultati evidenti, tanto che la coltivazione dell’arachide si è estesa nel Medio Oriente, specialmente in Egitto e in Israele. Grandi produttori sono anche gli Usa. In Italia ora rinasce con un enorme potenziale di sviluppo e ci attendiamo una importante richiesta da parte del mercato. Alle arachidi si sono aggiunte le mandorle siciliane, le nocciole e le mele del Piemonte i fichi di Calabria. Con Bonifiche Ferraresi stiamo individuando il terreno dove mettere a dimora 50 ettari di prugne nel Ferrarese, un filone di sviluppo stabile, in termini di consumi e di prezzi, che continuerà convertendo altri frutteti di specie meno redditizie. L’accordo prevede inoltre, prendendo proprio spunto dal modello “arachide 100% italiana”, tutta una serie di attività legate alla ricerca e allo sviluppo di progetti che porteranno alla commercializzazione di colture a oggi non presenti sul territorio nazionale ma che per loro caratteristiche e peculiarità si coniugano bene al contesto agricolo italiano. Un’altra cosa che mi fa piacere ricordare è che la qualità dei nostri prodotti e processi produttivi è certificata da Rina».
I negozi-boutique sono uno dei canali di vendita dell’azienda, con il marchio Noberasco 1908. Quello fondamentale è la grande distribuzione. C’è anche la linea Travel e nel 2014 si è aggiunto lo shop on-line, dove si può acquistare la frutta secca e disidratata Noberasco insieme alle più rare e pregiate selezioni di frutta a marchio Noberasco 1908. Filiera 100% Italia è presente anche nella gdo e nello shop on line.
Nonostante la possibilità di vendere on line, nel complesso anche l’azienda di Carcare ha risentito della pandemia: «Si sono ridotte le uscite per gli acquisti e si è ridotta anche la via associata, quindi sono diminuiti anche i consumi. Ma siamo stati abili nel cambiare le strategie di vendita, adeguandole alle nuove abitudini dei consumatori. Per esempio, abbiamo perso nella vendita delle barrette energetiche ma abbiamo recuperato con le confezioni famiglia da 1 kg, molto apprezzate durante i lockdown. Il fatturato nel 2020 è stato di 110 milioni, nel 2021, appena concluso, si attesta intorno ai 115 milioni e per il 2022 si auspica una crescita. In sostanza siamo riusciti a contenere il calo delle vendite, però si sono venduti meno prodotti con buoni margini».
Ora sembra si vada verso la fine della pandemia ma intanto è scoppiata la guerra tra Ucraina e Russia. Ne risentite le conseguenze? «Sì. Intanto dall’Ucraina importiamo i semi di zucca ma la guerra sta causando, ovviamente non soltanto per noi, aumenti dei costi dei trasporti, degli imballaggi, della plastica, del legno dei pallet. Qualcosa si può ribaltare sul mercato, ma con un tasso più lento rispetto all’aumento dei costi. Quindi si riduce la marginalità. Ma guardiamo al futuro. A breve con le arachidi lanceremo una nuova linea di barrette di filiera italiana che si distinguerà per la qualità del prodotto».