«Stiamo mandando via equipaggi, trattandoli come dei turisti. E Francia e Spagna stanno facendo marketing contro l’Italia, perché non hanno applicato la legge europea: solo a Genova le perdite sono di ben 46 milioni di euro». Così Alberto Amico, presidente di Amico & Co, denuncia il «devastante impatto» che la sentenza del 5 febbraio 2020 della Corte di giustizia europea (sulla permanenza degli equipaggi extraeuropei nello spazio Schengen), sta avendo sui cantieri e i marina italiani.
Solo per le 53 realtà parte di Genova for Yachting, da agosto a oggi, questa normativa si è tradotta in circa 46 milioni di euro di mancati introiti. Il dato emerge dallo studio di settore che la stessa associazione di categoria ha rilevato tra i suoi associati.
La sentenza, emessa nel 2020 dalla Corte di giustizia europea, una volta diventata legge, è stata recepita dal ministero degli Interni, per poi essere trasmessa alla polizia di frontiera a giugno 2021. È entrata in vigore ad agosto dello scorso anno. La norma non prevede un visto di lavoro per gli equipaggi extraeuropei che arrivano in Italia via terra, che non possono quindi fermarsi nel nostro Paese oltre i 90 giorni previsti per legge. Dopo la Brexit, il 98% delle imbarcazioni che arrivano in Italia sono extraeuropee, così come circa l’80% dei loro equipaggi. Le lunghe permanenze nei cantieri o nei marina italiani sono dunque off limits dalla scorsa estate, poiché le barche non possono permettersi di cambiare ogni tre mesi il proprio equipaggio. E, naturalmente, nel lungo periodo, i membri dell’equipaggio hanno la necessità di scendere sul suolo italiano.
Peccato che non tutti i Paesi europei abbiano recepito questa legge: «Spagna e Francia stanno facendo marketing contro l’Italia − denuncia Amico – Abbiamo prova certa da diverse agenzie e stakeholder che in questi Paesi non stanno applicando questa sentenza. Mentre l’Italia l’ha interpretata in modo estensivo».
Il danno al settore è enorme e la preoccupazione in vista della stagione 2022 è grande: «Cinque grandi associazioni si stanno muovendo per arginare il problema, cercando una soluzione in normative esistenti − spiega Amico – si tratta di Genova for Yachting, Confindustria, Confitarma, Federagenti e Assarmatori. A Roma purtroppo la sensibilità per la nautica è molto molto bassa, ma dobbiamo a tutti i costi mettere in piedi una battaglia perché l’impatto rischia di essere devastante».