Una dotazione complessiva di 630 milioni di euro dal prossimo programma regionale Fesr 2022-2027, per il 90% destinati a politiche a favore di imprese e territorio: le prime linee attuative potrebbero essere pronte nel prossimo autunno. E ancora, più di 280 milioni di euro dai programmi interregionali (132 milioni da Alcotra e altri 155 da Italia-Francia Marittimo), oltre alle linee di credito e agli strumenti di rafforzamento patrimoniale messi a disposizione da LigurCapital. Di tutte le opportunità finanziarie a disposizione delle imprese liguri nei prossimi anni si è parlato questa mattina al convegno “Tra Capitale e debito: opportunità e aspettative per la finanza delle imprese”, organizzato a Palazzo della Borsa da Regione, LigurCapital, Filse ed enti camerali per ascoltare le esigenze delle imprese, specie le più piccole, proprio su queste tematiche.
A partire dalla programmazione Por Fesr 2022-2027 che, come ha spiegato Gabriella Drago, direttore del dipartimento Sviluppo economico della Regione, sarà orientata soprattutto al rilancio della produttività del territorio, con specifici bandi che si focalizzeranno sul «rafforzamento della capacità di ricerca e innovazione e della crescita sostenibile, transizione digitale, competitività imprese e aumento della forza lavoro, efficientamento energetico del patrimonio pubblico, con particolare attenzione alle comunità energetiche. E ancora, economia circolare, intesa soprattutto come nuove modalità di produzione». Altri obiettivi di sviluppo riguardano anche il rilancio «delle aree urbane medie e interne». Tra le principali sfide, la transizione verso il modello green. «Giornate come quella di oggi sono fondamentali per ascoltare le imprese e tracciare insieme la strada da percorrere nei prossimi anni, identificando meglio gli strumenti necessari alle aziende», ricorda Drago.
Nella prossima programmazione sarà fondamentale rispettare la tempistica: «Entro il 31 dicembre 2024 – spiega Drago – dovremo rendicontare già una prima parte di interventi: dal raggiungimento di questo primo target dipendono il 50% delle risorse per il biennio 2026-2027».
Da non sottovalutare, ha poi spiegato Drago, «anche la programmazione territoriale europea, complementare al Fesr: da Alcotra e Italia-Francia Marittimo, negli ultimi quattro anni, sono stati finanziati 23 progetti che hanno portato, rispettivamente, 60 e 45 milioni di euro in Liguria».
Programmazione europea, ma non solo: «Abbiamo sperimentato con LigurCapital l’uso di forme di equity o semi-equity, una frontiera che vale la pena esplorare – ricorda l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Andrea Benveduti – Collaborazioni con fondi privati di vari co-finanziatori consentono di finanziare l’azienda non con il semplice indebitamento, ma patrimonializzandola e creando un effetto leva». L’ingresso nel capitale di un’azienda comporta in sostanza un grosso vantaggio, quello patrimoniale, che permette all’impresa di migliorare il proprio merito creditizio nel momento in cui si affaccia sul mercato bancario.
In questi anni, caratterizzati da eventi eccezionali che hanno aumentato la complessità generale, LigurCapital ha proposto una serie di strumenti e opportunità finanziarie per consentire alle imprese di rafforzarsi e accrescere la capacità di operare in modo efficace nei propri mercati di riferimento. Negli ultimi tre anni, in particolare, la Regione tramite LigurCapital ha messo in campo 24 milioni di euro per far fronte alla pandemia: «Nel 2020 abbiamo appositamente studiato il Fondo rafforzamento Covid – spiega Giorgio Lamanna, presidente di LigurCapital – Per rispondere a quelle che potevano essere le esigenze delle imprese a fine lockdown. Un bando molto semplice, che è letteralmente “esploso” quando abbiamo dato l’opportunità anche di un’emissione a debito, oltre all’equity. Hanno fatto richiesta oltre 180 imprese». 105 le imprese beneficiarie, oltre 17 milioni di euro la disponibilità finanziaria.
A ciò si aggiunge poi il fondo dedicato alle startup, con una dotazione di 1,5 milioni di euro nel 2020 e 28 imprese beneficiarie.
«Gli strumenti finanziari che mettiamo a disposizione sono diversi – precisa Lamanna – Gli equity, che prevedono che LigurCapital entri nel capitale della società richiedente, o semi-equity: finanziamenti, obbligazioni convertibili e uno strumento innovativo utilizzato solo nell’ultimo anno, i titoli di debito, un finanziamento a lungo termine, che noi definiamo “paziente”, non a fini di lucro».
A differenza di quanto si possa immaginare, si tratta di strumenti molto utilizzati anche dalle micro e piccole imprese: «Abbiamo finalmente sfatato l’idea che LigurCapital non possa far fronte alle esigenze di queste piccole realtà imprenditoriali – ricorda Lamanna – Perché proprio all’ultimo bando hanno partecipato moltissime imprese con meno di 10 dipendenti. Ricordo però che, a livello di forma giuridica, per poter partecipare ai nostri bandi, l’impresa deve essere una società di capitali».