Manovre in corso per la ricandidatura del sindaco di Genova Marco Bucci alle prossime amministrative genovesi, in calendario per la tarda primavera del 2022. Al momento la sensazione è che Bucci non avrà problemi a farsi rieleggere: al primo turno o al secondo, in ogni caso la sua vittoria sembra certa. Nonostante ciò, il sindaco sta pensando a significativi cambiamenti nello schieramento che lo sosterrà nella campagna elettorale.
Non solo sta pensando, secondo quanto risulta a Liguria Business Journal è già da tempo al lavoro e ha già ottenuto i primi risultati. Gli obiettivi, in sostanza, sono due: in primo luogo rendersi più indipendente dai partiti della coalizione. Il “benchmark”, come forse direbbe Bucci, che conserva nel parlare molte espressioni del suo passato negli Usa, potrebbe essere Zaia, governatore del Veneto. Leghista ma forte di una sua lista civica che ha surclassato quella di Salvini. Vale a dire, non si tratterebbe di disfare l’attuale coalizione di maggioranza, ma di rafforzare la lista civica del sindaco sulla base del consenso accumulato in questi anni ed eventualmente aggiungerne un’altra.
La novità è che nella lista o nelle liste civiche entrerebbero esponenti non solo del centrodestra ma anche del centrosinistra, di quel mondo liberaldemocratico che a volte sembra un po’ l’Araba fenice (“che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa”) perché i partiti che vi fanno riferimento, poi, alle prove elettorali risultano lillipuziani, e per di più faticano a mettersi d’accordo tra loro. E però esiste. E a volte riesce a emergere. Come dimostra il fatto che a Roma la lista civica creata da Carlo Calenda a sostegno della sua candidatura alle comunali ha ottenuto più preferenze di tutti, il 19,8%. C’è un elettorato di sinistra che non intende avere a che fare con M5S, e uno di destra che non si riconosce nel sovranismo e nel populismo e neppure in una coalizione in cui i sovranisti-populisti sarebbero egemoni, controbilanciati da un partitino guidato da un anziano signore piuttosto imprevedibile. Questo elettorato ai margini dei due schieramenti potrebbe avere apprezzato quanto fatto dal sindaco in questi anni, a partire dalla ricostruzione del viadotto sul Polcevera, e ampliare la sua base elettorale. Oltretutto, offrendogli una prospettiva più coerente con quella indicata da Draghi alla guida del Paese. Il sovranismo populista sta mostrando i suoi limiti. Inoltre, un apporto di persone qualificate provenienti dal mondo liberaldemocratico potrebbe – secondo obiettivo – fornire a Bucci una base di selezione più ampia di quella prodotta dalle ultime amministrative per la formazione della prossima giunta e quindi permettergli di migliorare la sua squadra.
Questo lavorio di Bucci non è sfuggito a chi segue la politica genovese ma è ancora avvolto dal polverone.
Ha messo molti in allarme il fatto che il primo cittadino genovese sabato scorso sia intervenuto all’edizione 2021 della Leopolda, la kermesse politica che l’ex premier e segretario di Italia Viva, Matteo Renzi, tiene ogni anno all’interno dell’ex stazione fiorentina. Per alcuni Bucci alla Leopolda è la prova di un passaggio di Italia Viva alla maggioranza. Tanto più che giorni fa la deputata ligure renziana Raffaella Paita alla domanda se Italia Viva potrebbe appoggiare Bucci avrebbe risposto «non escludo e non confermo». Ma se Renzi nell’introdurre il sindaco genovese lo ha elogiato come «bravissimo sindaco» e «per la straordinaria qualità e professionalità con cui ha gestito un momento drammatico del Paese come il crollo del ponte Morandi», lo ha anche definito come uno che «non è del nostro schieramento» e «anzi, nel 2017 ci ha fregati e ci ha battuti alle elezioni». Accogliendo Bucci, secondo Renzi, «la Leopolda si conferma un luogo di libertà». Un luogo di libertà tale da accogliere anche gli avversari, che però restano avversari.
E Paita, interpellata da Liguria Business Journal, ha precisato: «Intendevo dire che IV fa parte del centrosinistra ma non parteciperebbe a un’alleanza a trazione grillina. Il nostro modello è quello, vincente, di Savona». Ma se, come sembra, a Genova il Pd si presenterà con M5S, come alle regionali? «Il nostro partito è in grado di stare anche da solo, in ogni caso ora non voglio fare ipotesi».
L’impressione è che l’ipotesi di un ingresso di Italia Viva nella maggioranza di Bucci – che renderebbe felici quanti, nel Pd, secondo un’antica tradizione che risale al Pci sono pronti a bollare il partito di Renzi come un gruppo di traditori al soldo della destra – non sia all’ordine del giorno. Questo, però, non esclude che singoli esponenti renziani possano cambiare lista. E in ogni caso la galassia liberaldemocratica comprende altre formazioni oltre Italia Viva. E a Liguria Business Journal risulta che alcune adesioni, anche di personaggi non secondari, siano già arrivate al sindaco. Dal mondo del centrosinistra e anche del centrodestra. In quest’ultimo non ha difficoltà a farsi nominare Arianna Viscogliosi. Eletta alle scorse amministrative in una lista che appoggiava Bucci, era stata assessore e poi si era dimessa per contrasti interni alla sua formazione, non con il sindaco che anzi le aveva chiesto di rimanere, eventualmente anche con altri incarichi. Si era presentata poi alle ultime regionali con Forza Italia ma non era stata eletta. L’organizzazione delle liste non è ancora chiara ma è certo che l’ex assessore tornerà con Bucci. Altri saranno sorprese, provenienti anche da ambienti finora lontani dall’attuale centrodestra.