Seconda in Italia per percentuale di terapie intensive occupate da pazienti Covid, mentre resta sotto la media nazionale per i posti letto in area medica dedicati a persone Covid positive. Una variazione percentuale di nuovi casi che è meno imponente rispetto a gran parte d’Italia (+4,7%) e 90 casi attualmente positivi per 100 mila abitanti, ancora piuttosto bassi rispetto ad altre regioni. Questo emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe nella settimana 28 luglio 2021-3 agosto 2021 rispetto alla precedente.
«I nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – continuano a salire, seppur a un ritmo meno sostenuto rispetto alla settimana precedente, ma rimangono indubbiamente sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti».
«Dopo i primi segnali di risalita – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – si conferma un netto incremento percentuale dei ricoveri».
«Aumentano, a livello nazionale, gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – con una media mobile a 7 giorni di 21 ingressi/die rispetto ai 14 della settimana precedente».
Vaccini, over 60 restii
«Di fatto – precisa Cartabellotta – il numero di somministrazioni giornaliere non riesce a decollare sia per la limitata disponibilità di vaccini a mRna, sia perché non vengono più utilizzati quelli a vettore adenovirale per le prime dosi». In dettaglio, AstraZeneca viene impiegato quasi esclusivamente per i richiami (98,4% delle somministrazioni nell’ultima settimana); le somministrazioni di Johnson & Johnson sono ormai esigue (poco meno di 35 mila nell’ultima settimana) e le Regioni hanno iniziato a restituire le dosi non utilizzate; la limitata disponibilità di dosi di vaccini a mRna ostacola, a breve termine, la possibilità di accelerare la vaccinazione negli under 60, oltre che di convincere gli over 60 ancora scoperti che rifiutano i vaccini a vettore adenovirale.
Rispetto alla settimana scorsa scende da 13,7% a 13,2% la popolazione over 60 che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino. Di fatto un incremento irrisorio.
Gli over 80 lentamente si avvicinano alla copertura totale: dal 90,8% al 91,3% la popolazione che ha ricevuto il ciclo completo.
La fascia 70-79 anni supera di poco l’80% (era del 78%), con il 6,5% che attende la seconda dose. La Liguria è comunque quella più indietro in Italia come ciclo completo.
Liguria indietro anche per quanto riguarda la fascia 60-69 anni: sempre ultima per ciclo completato (66,4%) anche se il balzo è notevole dal 60,2% della settimana precedente. Tenuto conto che probabilmente sono questi soprattutto i vaccinati con Astrazeneca, e quindi con tempi più lunghi per il richiamo, risulta comunque una discreta percentuale di prime dosi: 14,8%.
«Alla vigilia della pausa di agosto – spiega Cartabellotta – la Fondazione Gimbe effettua una revisione delle dinamiche della circolazione del Sars-CoV-2 e dell’impatto della Covid-19 sugli ospedali, tenendo conto della diffusione della variante delta e delle criticità di fornitura e somministrazione dei vaccini».
Analogamente ad altri paesi europei la diffusione della variante delta ha determinato un incremento dei contagi, la cui entità in Italia è indubbiamente sottostimata dall’insufficiente attività di testing & tracing. Inoltre, in una fase epidemica caratterizzata dalla continua esplosione di focolai locali, la circolazione virale determina improvvise variazioni regionali / provinciali. L’incremento settimanale dei nuovi casi sembra rallentare, ma la notevole contagiosità della variante delta impone di tenere alta l’attenzione sui comportamenti individuali in un periodo come quello estivo caratterizzato dall’aumento di spostamenti, contatti sociali, occasioni di assembramento.
Persiste l’esitazione vaccinale degli over 50, difficilmente raggiungibili senza una strategia capillare di chiamata attiva; sembra inoltre poco realistica la possibilità di coprire con il ciclo completo il 60-65% della fascia 12-19 prima dell’inizio dell’anno scolastico, visto che il 63,4% non ha ancora effettuato nemmeno una dose, con notevoli differenze regionali. La Liguria è tra quelle regioni in cui la percentuale è superiore alla media nazionale: 66%.
Difficile stimare la reale entità della “spinta gentile” del green pass, in assenza di dati pubblici sulle prenotazioni.
Terza dose
Al momento, per quanto verosimilmente sarà necessaria una terza dose in alcune fasce della popolazione, non ci sono evidenze sufficienti per definire indicazioni, tempi e modalità di somministrazione. Su questo fronte sono tre, in ogni caso, le ragionevoli certezze. Innanzitutto, non esiste alcun test affidabile per identificare i potenziali candidati, i quali al momento vengono individuati nelle persone più a rischio di malattia severa (over 80, ospiti Rsa, persone molto fragili) e negli operatori sanitari; in secondo luogo, l’incremento delle diagnosi di Covid-19 e il ricovero di persone vaccinate con doppia dose potrebbero essere un indicatore indiretto di una ridotta protezione immunitaria; infine, la somministrazione della terza dose rimane al momento off label e deve essere autorizzata dalle autorità regolatorie.