Oggetti storici, intimi e personali, dal mandolino di Fabrizio De André alla stratocaster di Ivano Fossati, ma anche tanta tecnologia, per garantire una visita il più possibile personalizzata, approfondita ed emozionante. E ancora, uno spazio aperto dedicato ai concerti, a mostre temporanee e alla formazione dei giovani.
Tutto questo è la nuova Casa dei Cantautori di Genova, che nascerà nell’Abbazia di San Giuliano, a pochi passi da Boccadasse. Il progetto è finanziato dal ministero della Cultura con 3 milioni di euro, cifra che comprende sia le risorse per l’acquisto di una parte degli spazi dell’abbazia (quella dedicata alle manifestazioni e alla formazione), sia quelle per contribuire alla realizzazione del museo. I contenuti sono stati presentati questa mattina, nella stessa sede della futura Casa dei Cantautori.
«C’è stata disattenzione nei confronti di quella che veniva definita con una parola orribile “musica leggera” − ha detto il ministro Dario Franceschini, intervenuto in collegamento video − Da quando ho questo incarico ho cercato di investire su questo settore, ricordo la legge 175/2017, che dice che la Repubblica riconosce il valore dell’espressione artistica della canzone d’autore, e il portale della Canzone italiana, una piattaforma per viaggiare attraverso cento anni di musica, che raccoglie la memoria storica della canzone italiana».
Non un museo, ma, appunto, una “casa”, che possa accogliere e mantenere vivo nel tempo il ricordo e la musica dei big del cantautorato. Cantautorato che ha messo radici proprio a Genova, città portuale ricca di influssi di oltremare, ispirazione di artisti come Umberto Bindi, Fabrizio De André, Luigi Tenco, Bruno Lauzi e Gino Paoli. Lo ha sottolineato lo stesso Gino Paoli, intervenuto telefonicamente questa mattina, spiegando che «il cantautorato è nato grazie a noi quattro: De André, Tenco, Lauzi, insieme a me. Noi abbiamo aperto la strada a chi è venuto dopo».
In base al cronoprogramma, che prevede la conclusione dei lavori entro il 2023, il primo lotto del progetto sarà dedicato alla realizzazione della parte museale. Seguirà poi il secondo lotto, quello sulla formazione dei giovani e sulle manifestazioni all’aperto.
La parte espositiva si articolerà su due piani, seguendo un criterio “territoriale”. L’area iniziale racconterà i cantautori genovesi, mentre al piano superiore troveranno spazio gli altri grandi, da Pino Daniele a Franco Battiato, scomparso proprio ieri e a cui tutti i presenti oggi hanno dedicato un ricordo, a partire da Dori Ghezzi: «Vivrà in questa casa», ha detto.
«Giganti della musica per i quali la sfida sarà quella di dedicare lo spazio che meritano con i metri quadrati che abbiamo a disposizione», spiega Margherita Rubino, citando, tra gli altri, anche a Lucio Dalla. «L’oggettistica sarà fondamentale, perché è quella che più ci lega alla vita della persona e più ci fa emozionare. Di alcuni abbiamo quasi tutto, è il caso di Bruno Lauzi. Ma la tecnologia sarà altrettanto indispensabile».
E così, tra la Lambretta della Ballata del Cerutti Gino, appartenuta a Giorgio Gaber, il flauto di Fossati e altri preziosi oggetti, come la chitarra personale di Fabrizio De André e il suo mandolino genovese, donati da Dori Ghezzi, non mancheranno monitor interattivi e altri dispositivi tecnologici, utili a fare vivere al visitatore un’esperienza personalizzata e intima.
Proprio dal punto di vista espositivo, molta attenzione sarà posta anche alla disposizione delle sorgenti luminose e soprattutto di quelle sonore: l’obiettivo è creare ambienti intimi per riuscire a percorrere la storia del cantautorato in modo personale, senza contaminazioni provenienti dalle esperienze degli altri visitatori. L’interattività servirà a fornire contenuti approfonditi per un diverso grado di visita dello spazio.
L’intenzione è quella di creare un luogo vitale ed emozionale. Non a caso parte del progetto è dedicata anche alle manifestazioni dal vivo e ai concerti, nonché ai giovani, per i quali si prevede anche «un’area residenziale per la loro formazione», precisa Paolo Masini, in rappresentanza del ministero della Cultura. «Qui vogliamo un museo vivo, che si visiti in allegria e che produca emozioni − commenta il presidente della Regione Giovanni Toti − Penso che questo museo sia un piccolo pezzo di quello che dovremmo fare del nostro patrimonio culturale».
Entro il mese di maggio verrà costituita l’apposita Fondazione per la gestione della Casa al termine dell’allestimento.