Più investimenti in infrastrutture e semplificazione degli iter autorizzativi questo risulta dalle richieste degli imprenditori e delle autorità locali intervenuti alla cerimonia di conclusione dei lavori di scavo della galleria di Serravalle per 6,4 chilometri, nell’ambito delle opere del Terzo Valico. Cerimonia caratterizzata dalla generale soddisfazione per i risultati raggiunti nonostante più di un anno di pandemia.
All’arrivo della Tbm , che ha sfondato il diaframma della galleria, erano presenti il Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, il commissario straordinario di Governo per il completamento dei lavori del Nodo ferroviario di Genova e il Terzo Valico, Calogero Mauceri, i presidenti della Regione Liguria e della Regione Piemonte, Alberto Cirio e Giovanni Toti, Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, Gianfranco Battisti, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo FS Italiane.
Sembrano lontani i tempi in cui il Terzo Valico ferroviario Genova-Milano incontrava una tenace opposizione prima sia nelle piazze sia in forze (M5S soprattutto) presenti al parlamento e all’interno dello stesso Governo, poi solo nelle piazze: oggi i discorsi degli intervenuti non esprimevano preoccupazioni ma orgoglio e soddisfazione per il traguardo raggiunto mentre la sfida più impegnativa, e urgente è stata indicata nella realizzazione effettiva di quell’opera di semplificazione, promessa dal Governo, delle procedure che riguardano l’edilizia.
Salini ha ricordato che l’opera è andata avanti secondi il programma dimostrando che a causa della pandemia: «Viviamo un momento particolarmente difficile ma anche in un clima così difficile si possono fare cose importanti per il paese» ha detto.
Però il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), secondo l’ad di We Build, contiene cifre inadeguate al rilancio del settore e quindi del paese. Vedo un grande dibattito politico sul Recovery Plan – ha spiegato – con un programma che in sei anni prevede investimenti complessivi in infrastrutture di circa 50 miliardi di euro, che rappresentano lo 0,5% del pil. E’ necessario che queste risorse siano integrative rispetto ad altre fonti di finanziamento. In periodo pre-Covid il Paese spendeva circa il 2% del PIL in infrastrutture. Per far ripartire l’economia ccorre un boost, una spesa più alta».
Il presidente della Regione Piemonte, Cirio, ha sottolineato l’importanza degli investimenti in infrastrutture ma anche della semplificazione delle procedure, della soluzione del problema del Codice degli Appalti e del numero di autorità chiamate a intervenire nei progetti e nella realizzazione delle opere.
Battisti ha ricordato che cantieri non si sono mai fermati nonostante la pandemia e, secondo il cronoprogramma, sono stati eseguiti metà dei lavori necessari a completare la ristrutturazione del Nodo ferroviario genovese per il 2023.
Per il 2024 sarà in funzione il Terzo Valico e l’ad e direttore generale di FS ha tenuto a sottolineare le ricadute positive dell’opera: « 2500 pendolari Genova-Milano che nel 2019 impiegavano 1 ora e 40 minuti lo faranno in meno di un’ora, possiamo immagine quali saranno le conguenze dello sviluppo per Genova anche perché la città sarà collegata sull’asse alta velocità Torino-Venezia, e si avrà quindi un collegamento veloce Genova-Venezia».
In effetti, secondi piani del Governo resi noti nei giorni scorsi, quando grazie all’apertura del Terzo Valico la nuova linea veloce tra la Liguria e la Pianura Padana consentirà di collegare Genova con il copoluogo lombardo in circa un’ora e quando sarà ultimata anche la tratta ad Alta velocità da Brescia a Venezia, Nord-Ovest e Nord-Est saranno attraversati da un unico sistema Av che dal Mar Ligure si spingerà fino alla Laguna. In questo scenario il Terzo Valico costituisce un’opera strategica di valenza europea, non solo per i passeggeri ma anche per le merci, perché consentirà di potenziare i collegamenti tra i porti liguri (Genova, Savona) con le principali linee ferroviarie del Nord Italia e con il resto d’Europa, favorendo l’aggancio dell’area più sviluppata del Paese al corridoio Reno-Alpi e ai ricchi mercati del centro e nord Europa.
Battisti ha poi ricordato i vantaggi dello spostamento di merci dal traffico su gomma a quello su rotaia.
Toti ha riferito di «avere incontrato il presidente Draghi, prima della riunione della conferenza delle Regioni, con lui ho parlato di programmare il futuro del Paese, di cui il Governo ha piena consapevolezza, sia per quanto riguarda le riaperture delle attività commerciali ed economiche, sia anche il futuro più lontano legato ai finanziamenti del Recovery Fund e alle opere strategiche come il Terzo Valico che da molto tempo stiamo portando avanti e di cui ora intravediamo la fine».
Tanto più strategico risulta il Terzo Valico, non solo per Genova ma anche per il’Italia, secondo il governatore ligure, in quanto collega il porto di Genova con l’Europa continentale. Un porto fondamentale per l’Italia su cui stiamo programmando investimenti importanti come la Diga foranea che porterà nel bacino di Sampierdarena i grandi contenitori sopra i 20.000 teu e renderà lo scalo genovese, opo la titanica opera compiuta dalla Duchessa di Galliera nel 1800, all’avanguardia e consentirà di far ripartire il traffico contenitori, passeggeri e le Autostrade del mare».
Giovannini si è dichiarato consapevole della necessità di un radicale cambiamento delle procedure autorizzative che riguardano le opere edili ma ha precisato che, anche secondo gli stessi costruttori, «non bisogna sospendere il codice degli appalti ma reingegnerizzare il processo»
L’obiettivo è quello di «dimezzare» il tempo di realizzazione delle opere pubbliche. Per le sue competenze il ministero di Battistini dovrà coordinare la spesa dei circa 5o miliardi di euro dei fondi europei previsti dal Pnrr. L`elenco delle opere programmate dal suo ministero è lunghissimo e spazia dall’alta velocità della Salerno-Reggio Calabria alla riqualificazione energetica delle case popolari. Dovranno cambiare le norme che regolano gli appalti e le autorizzazioni. Il ministro non ha illustrato nei dettagli l’opera di revisione in cui il Governo è impegnato per armonizzare la regolazione delle opere con l’attuazione del recovery Fund ma di recente è stato reso noto che lo stesso Giovannini, Anac, Corte dei Conti, Consiglio di Stato e Funzione pubblica stanno vagliando le migliori proposte per semplificare la normativa sugli appalti e reingegnerizzare la procedura di messa a terra di un`opera pubblica. La sintesi, prima della fine del mese, dovrebbe essere fatta dal premier e poi confluire in un decreto che si affiancherà al Piano che dovrà essere inviato alla Commissione europea entro fine mese. Fra le ipotesi allo studio due sembrano al momento le modifiche certe dell`impianto attuale: la creazione di una Sovrintendenza dei beni culturali a livello nazionale, in grado di accelerare il rilascio delle autorizzazioni, e la previsione del cosiddetto appalto integrato: dalla fase di progettazione a quella di attuazione, la gara per affidare un`opera pubblica prevista nel Recovery pian potrebbe concludersi con l`affidamento a una sola impresa.
Intanto, per superare l’emergenza, 29 commissari straordinari sono stati nominati per gestire 57 opere pubbliche da tempo bloccate a causa di ritardi legati alle fasi progettuali ed esecutive e alla complessità delle procedure amministrative.