L’emergenza pandemica sta accelerando processi in atto da tempo e avviati prima della crisi dalle aziende più vivaci e proiettate nel futuro. Digitalizzazione, information technology e utilizzo estensivo dell’online sono le linee guida con cui Tritons Centre, consorzio che ha sede nell’ex ospedale militare della Spezia e fornisce specializzazioni agli operatori subacquei, era stato ideato nel 2019 – quando coronavirus era una parola quasi sconosciuta.
Le restrizioni sanitarie hanno in parte modificato la didattica prevista da Tritons Centre, privilegiando le lezioni non in presenza, ma la concezione di base è quella originaria. Non per nulla uno dei due soci (al 50%) del consorzio, è BK, pmi spezzina che progetta, realizza e gestisce sistemi software, le cui architetture possono essere il risultato dell’integrazione di sottosistemi eterogenei. Presente nel settore dell’information technology, BK si rivolge principalmente ai settori di mercato della difesa, dell’industria, dei trasporti e logistica.

Partner di BK, la genovese Drafinsub, un’azienda leader nel settore dei lavori subacquei, in grado di realizzare qualsiasi tipo di lavoro in alto e in basso fondale. Offre servizi ad alta specializzazione nei campi dell’idrografia, della geomorfologia, delle analisi topografiche e meteo-marine. Amministratore del consorzio è Francesco Lupi, amministratore anche di BK.
In marzo Tritons Centre partirà con il corso Diver Medic, che fornirà la certificazione Imca, l’organismo internazionale più prestigioso e riconosciuto del settore. Altri ne seguiranno per fornire varie specializzazioni, con la collaborazione di soggetti di rilievo internazionale.
«I nostri corsi – dichiara a Liguria Business Journal Francesco Lupi, amministratore di BK e di Tritons Centre – prevedono lezioni online di 20 giorni con due giorni di esercitazioni pratiche, quindi in presenza. Le lezioni online sono modulari, costituite da brevi spiegazioni e poi da quiz, in modo che lo studente possa interromperle e riprenderle secondo le sue necessità e valutare il suo grado di apprendimento. È un’impostazione senza dubbio determinata dalle attuali restrizioni alla mobilità di carattere sanitario, comunque non molto differente da quella originaria. Si tenga presente che noi ci rivolgiamo a un pubblico potenziale che è in tutta Italia e in Europa, si tratta di operatori subacquei che lavorano in svariate applicazioni industriali, per esempio nel deposito e nella manutenzione delle condotto subacquee, nella manutenzione delle navi, nelle piattaforme off shore intendono conseguire determinate specializzazioni. La formazione pratica viene svolta nelle strutture delle aziende partner, aree di lavoro in ambienti marini e acque interne. Questi approcci pratici alla formazione consentono ai candidati di testare e sperimentare, capire come funzionano gli strumenti e imparare dagli errori senza preoccuparsi di ripercussioni, perché in un ambiente controllato».

Vi rivolgete a tutto il mondo della subacquea professionale?
«Sì. Tritons Centre si prefigge di riportare in Italia, e più specificatamente in Liguria, la formazione professionale dedicata al mondo offshore nel suo complesso, dall’ambito industriale, estrazione oil & gas, energia alternativa, infrastrutture, impianti e servizi in mare aperto, a quello scientifico e militare».
L’Italia ha una gloriosa tradizione in questo settore…
«Fino alla prima metà del secolo scorso l’Italia è stata all’avanguardia nelle tecniche di immersione, però questo know how si è velocemente dissolto nel secondo dopoguerra in favore di un predominio anglosassone che tutt’oggi impone le sue regole nel settore, a partire proprio dalla formazione. E mentre il comparto cresceva in modo esponenziale in tutto il mondo, l’Italia aumentava il suo ritardo. Oggi l’impresa subacquea italiana soffre di una condizione di forte compressione, anche a causa di un colpevole ritardo della politica, perché il nostro è l’unico Paese d’Europa che non si è ancora dotato di una legge nazionale per la sicurezza nelle attività subacquee, come più volte denunciato da Aisi, l’Associazione imprese subacquee italiane».
Le imprese italiane come fanno, in queste condizioni, a operare e far fronte alla concorrenza anglosassone?
«Anche le più blasonate sono costrette a far certificare all’estero le competenze dei propri sommozzatori, per poter operare nel mercato internazionale. Trattandosi spesso di corsi di formazione di centinaia di ore, con esercitazione in mare, con il necessario supporto di strumentazioni e simulatori tecnologicamente avanzati, i corsi hanno spesso costi elevati, che diventano inaccessibili se devono essere affrontati all’estero, considerando le spese di trasferta. Da qui parte la sfida del Tritons Centre, che, grazie alla collaborazione con Interdive, noto centro formativo inglese accreditato Imca, potrà erogare corsi con certificazioni riconosciute a livello internazionale, con un ricco catalogo organizzato in sezioni tematiche: commercial diving, salute e sicurezza, tecnologie marine e subacquee».
Su che cosa contate per vincere questa sfida?
«Abbiamo nel territorio il perfetto alleato per imporsi nell’area mediterranea. A cominciare dalla sede: il Centro è una delle prime realtà a collaborare con il Dltm, il Distretto ligure delle tecnologie del mare, nel Polo marittimo della Spezia. Qui sarà naturale trovare sinergie con il Dltm, l’Università di Genova, il Consorzio Tecnomar e la Marina Militare. A livello istituzionale sono già aperti positivi rapporti con Alfa Liguria per il riconoscimento regionale di alcuni corsi di base».
Avete anche una base a Ortona, sulla riviera adriatica in Abruzzo. Perché?
«Sarà utile per le esercitazioni che riguardano le piattaforme off shore che sono situate nell’Adriatico».
Avete risentito della pandemia, anche se il Consorzio è nato fortemente orientato alle nuove tecnologie?
«Gli ostacoli e le difficoltà organizzative che la pandemia Covid-19 ha prodotto, bloccando un po’ tutto il comparto della formazione, hanno frenato l’avvio dei nostri corsi. Però siamo riusciti a trasformare questi ostacoli in una opportunità, realizzando una piattaforma di e-learning per l’erogazione della parte teorica del corso Diver Medic autorizzato da Imca. In questo modo, gli iscritti potranno seguire le lezioni comodamente da casa, in sicurezza, limitando a solo tre giorni la loro presenza in aula per partecipare alle esercitazioni pratiche e all’esame finale».
E per gli altri corsi?
«L’e-learning rimane fondamentale. Il nostro motto è: “safe, flexible e money saving”».