La Liguria risulta essere la regione italiana con la quota più elevata di immobili costruiti prima degli anni Ottanta (87%) in epoca antecedente alle prime norme sull’efficienza energetica; per l’Italia questa percentuale è pari al 74% del totale. Genova, inoltre, dopo Firenze, è la città italiana con la quota più alta di immobili edificati prima del 1980 (97,3%). Lo testimonia un report sull’edilizia in Liguria realizzato dall’Ufficio Studi di Intesa Sanpaolo.
Per questo i vari Superbonus, Ecobonus e Sismabonus e altri bonus fiscali “edilizi”, sono un’occasione notevole per la Liguria e proprio uno dei settori che riceverà gli stimoli più significativi dall’introduzione degli incentivi per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici è il comparto delle costruzioni.
In Liguria il settore delle costruzioni nel 2018 contava circa 43 mila addetti pari al 6,2% degli occupati regionali, mentre in termini di valore aggiunto il settore aveva generato 1,9 miliardi di euro con un’incidenza sul dato ligure del 4,3% (in linea con la media nazionale).
Negli ultimi 10 anni il comparto è stato interessato da un importante processo di ridimensionamento, che però in Liguria si è rivelato meno marcato rispetto al dato nazionale: rispetto al 2008 il valore aggiunto ha subito una riduzione del -28% in Liguria, sette punti percentuali in meno della media nazionale (-35%). Anche il dato sull’occupazione si è dimostrato più resiliente: tra 2008 e 2018 si è assistito a un calo del -12,3%, flessione più contenuta del totale italiano che è stato pari a -21,7%.
A marzo 2020 in Liguria sono attive più di 26 mila imprese nel settore delle costruzioni che corrispondono al 3,6% del totale italiano. Queste sono concentrate principalmente nella provincia di Genova (50% del dato regionale); seguono Savona (20%), Imperia (18,6%) e La Spezia (11,3%). L’andamento del numero di imprese attive dimostra che il settore è stato interessato da un progressivo ridimensionamento, ma meno intenso rispetto alla media nazionale: in Liguria infatti rispetto al 2009 le imprese attive si sono ridotte di 819 unità (-3%), calo nettamente meno marcato rispetto all’Italia che complessivamente ha registrato una flessione del -11,3%.
Le soluzioni di Intesa Sanpaolo
• Finanziamento “ponte” finalizzato ad accompagnare i clienti nell’esecuzione dei lavori: disponibile per tutti i soggetti destinatari dei bonus fiscali, prevede la possibilità di avere la liquidità necessaria per avviare i lavori sul cantiere in attesa di beneficiare delle prime cessioni, a stato avanzamento lavori o alla chiusura del progetto.
• Acquisto dei crediti d’imposta a un prezzo stabilito fin dal momento della stipula del contratto di cessione e mantenuto inalterato per tutta la durata effettiva dei lavori, valido per tutto il 2020 e il 2021. La Banca si impegna ad acquistare il credito d’imposta eleggibile ai sensi di legge e il cliente, conoscendo il prezzo, si impegna a cederlo con la formula della cessione pro-soluto, ceduti dai clienti in base alle seguenti caratteristiche:
– per i crediti d’imposta con compensazione in 5 quote annuali, l’acquisto avverrà a 102,00€ per ogni 110,00€ di credito di imposta se il cedente è una persona fisica o un condominio (92.7% del valore nominale del credito)
– per i crediti d’imposta con compensazione in 5 quote annuali, l’acquisto avverrà a 100,00€ per ogni 110,00€ di credito d’imposta se il cedente è un’impresa (90.91% del valore nominale del credito)
– per i crediti d’imposta con compensazione in 10 quote annuali, l’acquisto avverrà a 80,00€ per ogni 100,00€ di credito d’imposta (80% del valore nominale del credito).
Il pagamento del corrispettivo della cessione avverrà entro 5 giorni lavorativi successivi alla data in cui il credito risulterà nel cassetto fiscale della Banca, senza alcun ulteriore onere. Nel caso in cui il cliente abbia beneficiato di un finanziamento “ponte”, il corrispettivo della cessione sarà utilizzato in tutto o in parte per il rimborso del finanziamento.
La Banca ha stipulato un accordo con Deloitte in virtù della quale le società del Network Deloitte offriranno gratuitamente ai clienti Intesa Sanpaolo un servizio facoltativo di consulenza per tutte le fasi dell’intervento
Gli incentivi si inseriscono in un contesto di patrimonio immobiliare potenzialmente molto favorevole, data la vetustà del patrimonio residenziale ligure (anche se alcuni immobili potrebbero aver già subito interventi di ristrutturazione).
In Liguria ci sono ampi spazi di miglioramento in termini di efficienza degli edifici residenziali. L’investimento medio degli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente si aggira in Liguria intorno ai 7,8 mila euro medi per intervento (dati 2018).
Tra le tipologie di riqualificazione più utilizzate ai fini delle detrazioni fiscali, ci sono i serramenti (52%), seguiti da schermature (26%) e caldaie a condensazione (10%). Scegliere di vivere in un edificio efficiente significa consumare un quantitativo di energia che è 4/5 volte inferiore a quella necessaria a garantire un comfort adeguato in un edificio non riqualificato, costruito tra gli anni ’70 e ‘90. Anche il valore dell’immobile ne risente positivamente. Nel 2016 la Liguria evidenziava un valore del patrimonio residenziale complessivo di 274 miliardi pari al 4,6% del dato italiano. Il valore del patrimonio residenziale è pari a 5,6 volte il dato del Pil regionale, mentre in Italia si registra un livello medio di circa 3,6 volte il Pil nazionale.
Uno specifico ambito degli incentivi riguarda le installazioni di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo che, se eseguito congiuntamente con un intervento “trainante”, potrà beneficiare del superbonus del 110%. Anche in questo caso le statistiche del territorio mettono in evidenza dei margini di intervento interessanti: gli impianti fotovoltaici nel settore domestico presenti in Liguria nel 2019 sono 7.811 pari al 1,1% del totale italiano con una produzione lorda pari a 34 GWh e una potenza installata di 34 MW che, se rapportata alla popolazione, corrisponde a 22 Watt per abitante, un dato bassissimo se confrontato al Friuli Venezia-Giulia che con 118 Watt per abitante risulta la regione con il dato più alto. Rispetto al 2010 gli impianti fotovoltaici a uso domestico sono aumentati di circa 6.400 unità, processo che è stato favorito da un sistema di incentivazione favorevole.
Gli incentivi del superbonus attiveranno in particolare il comparto edile che in Liguria nel 2019 aveva mostrato segnali di crescita. Nel 2019 le aziende di costruzioni con almeno 10 addetti, secondo Banca d’Italia, hanno registrato un aumento del valore della produzione, sia nella componente privata, sia in quella delle opere pubbliche. Con riferimento alle opere pubbliche, molti sono i cantieri aperti o in fase di avvio: la costruzione del nuovo viadotto Polcevera (l’apertura al traffico è prevista per metà estate), il Terzo valico appenninico, i cantieri per il potenziamento delle infrastrutture portuali, il nodo ferroviario urbano di Genova e il ripristino della viabilità sulla A6 (Torino-Savona) dopo il crollo del viadotto Madonna del Monte. Nel 2019 non si sono invece registrati progressi nelle opere relative alla gronda autostradale di Ponente, al raddoppio della linea ferroviaria a Ponente e al potenziamento della “Pontremolese” tra La Spezia e Parma.
A partire da marzo il settore è stato colpito in maniera importante dalle misure di contenimento: le politiche fiscali sosterranno gli investimenti nel rinnovo e nella riqualificazione del patrimonio abitativo. Il rinnovo continuerà a rappresentare la quota principale degli investimenti residenziali e potrà ricevere impulso dallo sviluppo di progetti per la riqualificazione urbana e dalla crescente attenzione verso tematiche di sostenibilità ambientale e di contrasto del rischio idrogeologico.