Solo la burocrazia e i moduli timbrati sono immuni da qualunque virus.
Il D.L 18/2020 ha disposto che qualunque azienda sita nel territorio nazionale potrà utilizzare lo strumento della Cassa integrazione, nella sua accezione comune, per la durata di 9 settimane e con decorrenza dal 23/02/2020. Un provvedimento per far fronte all’emergenza, non solo sanitaria, ma anche economica e sociale.
L’art. 19 del suddetto Decreto stabilisce che, per le aziende con più di cinque dipendenti, è obbligatorio «l’espletamento delle procedure di esame congiunto». Che in pratica vuol dire: alla domanda di cassa integrazione da inviare all’ente competente è obbligatorio allegare il verbale di accordo sindacale, successivo all’informativa sindacale e alla richiesta di esame congiunto. Quindi: il datore di lavoro, i rappresentanti sindacali delle categorie di settore e il rappresentante dell’associazione si riuniscono, preferibilmente in via telematica.
Quale è il tema o la questione da discutere ed esaminare? Prendere atto, congiuntamente e con essenziale formalità, che anche nel nostro paese si è diffuso il Covid-19. Timbri, firme, saluti da un metro e poi di corsa dal consulente che deve inviare subito la domanda per ottenere l’autorizzazione.
Neppure un’emergenza, umanitaria e mondiale, è capace di contrastare le lobby, delle persone e del pensiero.