In Liguria una famiglia spende in media 333 euro per la tassa dei rifiuti (+3,2% rispetto al 2018), contro i 300 euro della media italiana, con differenze territoriali molto marcate: la regione più economica è il Trentino Alto Adige, con 190 euro, la più costosa la Campania con 421 euro.
L’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia prende come riferimento nel 2019 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri.
Catania il capoluogo di provincia più costoso (504 euro e un aumento del 15,9% rispetto al 2018), Potenza il più economico (121 euro e un decremento del 13,7% rispetto al 2018)
Analizzando le tariffe dei 112 capoluoghi di provincia esaminati, sono state riscontrate variazioni in aumento in circa la metà, 51 capoluoghi; tariffe stabili in 27 capoluoghi e in diminuzione in 34. A Matera l’incremento più elevato (+19,1%), a Trapani la diminuzione più consistente (‐16,8%).
In Liguria si passa dai 251 euro della Spezia, dove c’è stata una riduzione dell’8,7% rispetto al 2018, ai 380 euro di Genova. Incremento record ad Imperia, +15,6% con 351 euro, Savona si ferma a 349.
Per quanto riguarda la raccolta differenziata, si va dal 34,2% di Genova (77° posto nazionale) al 62,7% della Spezia (in mezzo Imperia con il 35,7% e Savona con il 43,5%). La media regionale è del 48,8%.
Per quanto riguarda le carte dei servizi, Cittadinanzattiva pubblica solo quella di Savona: quella di Genova viene dichiarata non reperibile, quella di Imperia non esiste, quella della Spezia è in fase di redazione.
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La rilevazione è realizzata nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal ministero dello Sviluppo economico.