Un progetto dell’Università di Genova per rallentare gli effetti della Sla è uno dei sei vincitori di un bando di ricerca finanziato da AriSla, fondazione italiana di ricerca per la Sclerosi laterale amiotrofica. Il progetto potrà usufruire di 200 mila euro nell’arco di 36 mesi.
Si tratta dello studio GPR17ALS-1 di Tiziana Bonifacino, ricercatore del dipartimento di Farmacia.
La Sclerosi laterale amiotrofica, comunemente chiamata Sla, è una gravissima malattia neurodegenerativa che nel nostro Paese colpisce circa seimila persone e per la quale a oggi non esiste una cura efficace.
La ricerca genovese parte dall’osservazione che la degenerazione dei motoneuroni (neuroni localizzati all’interno del sistema nervoso centrale) è strettamente associata al ridotto supporto energetico da parte degli oligodendrociti, le cellule che formano la guanina mielinica che avvolge i prolungamenti neuronali.
Lo studio intende valutare l’effetto sulla progressione della malattia di alcune molecole in grado di regolare l’attività di un recettore espresso sulle cellule che sono precursori degli oligodendrociti.
«Con questo nuovo finanziamento – dichiara Mario Melazzini, presidente di AriSla – AriSla si conferma il principale ente non profit in Italia che investe sulla ricerca scientifica sulla Sla. Per noi è fondamentale garantire la continuità al lavoro dei ricercatori e allo stesso tempo dare fiducia ai più giovani e alle idee più innovative. Siamo convinti che nel nostro Paese la ricerca sia viva e meriti di essere sostenuta: grazie al nostro impegno in questi dieci anni sono stati investiti oltre 11,6 milioni di euro per la ricerca, finanziati ben 72 progetti e supportati quasi 130 ricercatori su tutto il territorio italiano».
«I progetti approvati – commenta Anna Ambrosini, responsabile scientifico di AriSla – sono stati selezionati tra le 76 proposte presentate dopo un’attenta valutazione in “peer-review”,basata su merito scientifico, originalità e innovatività, criteri su cui si fonda da sempre il processo di selezione di AriSLA. Gli studi finanziati hanno l’obiettivo di approfondire i meccanismi che conducono alla degenerazione dei motoneuroni e individuare nuove modalità di intervento terapeutico per modificare la progressione della malattia. Alcuni approfondiranno anche le alterazioni del sistema immunitario e il ruolo del muscolo e delle cellule gliali che supportano la corretta funzionalità dei motoneuroni. Grazie a questi progetti potremo aggiungere nuovi tasselli al complesso puzzle dalla Sla e avvicinare sempre più la ricerca al fine ultimo di trovare delle terapie efficaci per le persone con Sla».