La Borsa di Milano ha aperto in ribasso nella prima giornata di contrattazioni: Ftse Mib segna un -0,26% a quota 22.107 punti. Giù anche le principali borse europee: Francoforte e Parigi segnano un rosso dello 0,34%, Francoforte a quota 12.468 e Parigi a 5.646. Londra alle prime battute perdeva lo 0,22% a 72.30 punti.
Sul fronte orientale, l’ottimismo prevale sulle principali borse asiatiche, sulla scia del delinearsi di un accordo parziale sui dai tra Usa e Cina. Chiusi per festività i mercati di Giappone e Thailandia, la Cina ha diffuso numeri negativi per la bilancia commerciale: -8,5% per le importazioni e -3,2% per le esportazioni, con cali superiori al previsto a settembre, ma la Borsa di Shanghai è comunque in rialzo (+1,17%), con banche (+1,9%) e tecnologici (+2,45%) a farla da padrone, così come quella di Shenzen (+1,35%), entrambi a contrattazioni ancora aperte.
A Piazza Affari pochi i titoli in positivo del listino principale: in testa ci sono Amplifon (+0,9%) e Juventus (+0,8%), insieme ad alcune utility, come Terna (+0,5%), Snam (+0,4%) e Atlantia (+0,3%).
Occhi puntati su Gedi, dopo la mossa a sorpresa di Carlo De Benedetti che, con la sua Romed, ha lanciato un’offerta di acquisto cash sul 29,9% delle azioni del gruppo editoriale controllato da Cir al prezzo di 0,25 euro l’una. Cir ha però definito la proposta “manifestamente irricevibile” e ora le azioni Gedi volano a +10% intorno alle 9,30, poi in asta di volatilità.
Nonostante uno spread stabile in avvio di giornata (il differenziale di rendimento tra Btp e Bund si attesta sui 149 punti base), e il rendimento del decennale italiano sceso all’1,01%, le banche non sembrano trarne beneficio: in avvio perdono Fineco (-1,5%), Unicredit, Ubi e Banco Bpm (-0,8%), Intesa (-0,5%) e Bper (-0,4%). In ribasso anche Tenaris (-2%), Eni (-0,8%) e b(-0,6%). Non va meglio per i costruttori come b(-1,2%).
Avvio di settimana in calo anche per le quotazioni del petrolio dopo la fiammata di venerdì scorso. I contratti sul greggio Wti con scadenza a novembre hanno ceduto 29 centesimi a 54,4 dollari al barile. Il Brent perde 32 centesimi a 60,19 dollari al barile.
I cambi: l’euro apre sopra 1,10 dollari e lo yen scende ai minimi da 2 mesi e mezzo sul biglietto verde, grazie ai progressi nella trattativa tra Cina e Usa. La moneta europea passa di mano a 1,1031 dollari e 119,48 yen. Dollaro/yen a 108,34.