Numeri dimezzati nel giro di dieci anni, imprese al -3,2% nel solo 2018, lavoratori diminuiti del 4,4%, -1,4% le ore lavorate. Sono i numeri del rapporto congiunturale che descrive il settore edile nel savonese, presentati ieri nel corso dell’assemblea per il rinnovo triennale delle cariche di Ance Savona.
«Le tiepide aspettative espresse lo scorso anno in occasione del rinnovo della legislatura, si sono rapidamente trasformate in delusione», ha commentato Alberto Formento, presidente rieletto, descrivendo lo stato di salute di un settore che nel 2018 si è ulteriormente ridimensionato.
Secondo i dati della Cassa edile di Savona, nel 2008 si contavano 945 imprese attive nel settore. Oggi ne sono rimaste 456, erano 471 nel 2017. Oltre 3.700 gli operai occupati nel 2008, oggi si sono ridotti a poco più di 1.800. Nel 2017 erano circa 1.900. Quasi dimezzate anche le ore lavorate: oltre 5,58 milioni nel 2008, oggi appena 2,95 milioni.
Anche per il 2019 Ance prevede un rallentamento del settore, con un calo stimato nella provincia savonese di un ulteriore 2%. «È la conseguenza – prosegue Formento – delle politiche sbagliate degli ultimi anni, che perdurano tuttora: le barriere burocratiche che scoraggiano gli investitori italiani e stranieri, le politiche infrastrutturali, in un Paese che arretra sempre più, e le politiche del lavoro, in un settore che perde più degli altri. Abbiamo assistito con sgomento al parto travagliato di una Legge Finanziaria fondata in larga prevalenza sull’assistenzialismo, relegando a misure residuali le attenzioni all’Economia che produce, che dà occupazione, che favorisce la ripresa, che sostiene la crescita».
«In particolare − aggiunge Formento − i tanto celebrati interventi legislativi sul reddito di cittadinanza e prepensionamenti, vanno nella direzione opposta, e la crescita dell’1% dichiarata dal governo sta dirigendosi verso lo zero. In un sistema convincente, il reddito di cittadinanza deve essere fornito direttamente dalle imprese sotto forma di salari e stipendi, e in cambio di produzione e produttività. In un Paese con il sistema pensionistico sull’orlo del fallimento, le risorse per sostenerlo devono essere affidate a un maggiore gettito contributivo prodotto dalla crescita dell’occupazione somministrata dalle imprese. Intanto, 300 cantieri fermi attendono produzione e occupazione, cioè ricchezza distribuita».
Per Ance Savona, è necessario «dare il via a una Commissione costituente composta da esperti di alto profilo morale e professionale che si mettano subito al lavoro per ridisegnare l’organizzazione del processo decisionale dello Stato».