Su tre miliardi di investimenti, uno è dedicato alla Liguria. Di mille assunzioni previste, metà saranno sul territorio ligure. Il Gruppo Iren, forte del piano industriale appena presentato e dei risultati degli ultimi anni, dimostra di mettere in campo una forza economica notevole, spingendo sull’acceleratore nei prossimi 5 anni.
Nel forum “Orientati al Futuro – strategie di sviluppo e valorizzazione dei territori“, realizzato con il supporto di The European House Ambrosetti, l’azienda, di cui il Comune di Genova è anche azionista, non nasconde un potenziale interesse in ambito rifiuti: «Grazie ad Acam gestiamo il servizio e gli impianti alla Spezia – dice l’a.d. Massimiliano Bianco – ma guardiamo a eventuali opportunità di investimento a Genova e in Liguria, cercheremo di fare la nostra parte». In vista dell’annunciato bando di gara per la costruzione dell’impianto di trattamento dei rifiuti, non è difficile ipotizzare una partecipazione dell’azienda, che rientrerebbe quindi “dalla finestra” dopo essere stata fatta uscire dalla porta nello scorso ciclo amministrativo, quando non solo il centrodestra, ma anche parte della sinistra in sala rossa, fecero di tutto per affossare l’operazione (certamente perfettibile, sia chiaro).
Oggi sia il sindaco Marco Bucci, sia l’assessore all’Ambiente e al ciclo dei rifiuti Matteo Campora, stendono il tappeto rosso: «Il Comune di Genova è principale azionista di Iren – dice Bucci – ovvio che siamo interessati a tutto questo. La collaborazione è il modo giusto per fare le cose. Tutto ciò si collega all’accordo che abbiamo con Ambrosetti per rivitalizzare tutta la parte business della nostra regione e della nostra città, io ho segnalato 3 punti importanti: la crescita posti di lavoro, che c’è stata ma solo in alcuni settori, le statistiche per la popolazione di Genova estremamente interessanti e quello che accade nel mondo, quindi il collegamento alle infrastrutture».Oggi il Comune di Genova possiede il 16,6% e rappresenta il principale Comune azionista; inoltre nel capoluogo ligure i dividendi ammontano a 7,6 milioni di euro nel 2017.
Campora aggiunge: «Iren è sicuramente un elemento di crescita e catalizzatore di risorse per la città, accogliamo chiunque voglia aiutarci a raggiungere l’obiettivo».
Il più importante investimento di Iren sarà proprio sul territorio genovese: l’impianto di depurazione di Cornigliano vale circa 100 milioni di euro, ma l’azienda impegnerà risorse anche per il risanamento delle reti per ridurre la dispersione.
Con il codice degli appalti e un nuovo disegno di legge a rischio i servizi
Ieri i lavoratori hanno scioperato, allarmati dall’entrata in vigore dell’articolo 177 del codice dei contratti nella versione modificata dalla legge di bilancio 2018, che obbliga le aziende dei settori elettrico e gas di cedere l’80% delle proprie attività a ditte d’appalto. Nella città metropolitana di Genova sono diverse le aziende coinvolte tra cui le maggiori come Italgas e Ireti del gruppo Iren che comprende gas e acqua. «Lo sciopero di ieri aveva dei contenuti che condividiamo – conferma Bianco – sia la preoccupazione che il codice degli appalti possa imporci di esternalizzare i nostri servizi, ma anche creando difficoltà a chi lavora in quei settori». Il disegno di legge del M5S sulla parte che riguarda esclusivamente il settore acqua è in via di discussione in Parlamento, con procedura d’urgenza: il testo prevede che l’acqua debba essere gestita in via esclusiva da aziende pubbliche e che l’ambito di intervento non può superare la provincia. Tutto ciò potrebbe compromettere l’attività industriale di un gruppo come Iren. «Stiamo coi lavoratori – aggiunge Bianco – pur essendo per la correttezza dei servizi competitivi. C’è una rivisitazione potenziale del quadro normativo istituzionale che potrebbe compromettere l’efficacia del servizio e conseguentemente il liviello di investimenti per migliorarne la qualità.
Per quanto riguarda le assunzioni, si tratterà di un parziale reintegro dei pensionamenti, ma anche per lo sviluppo delle competenze necessarie per il piano di completa digitalizzazione dei processi e delle attività industriali.
Intanto Iren ha diffuso anche i numeri del quinquennio 2013-2017 in Liguria: 293 milioni di euro gli investimenti. Nel 2017, nel servizio idrico integrato, sono stati investiti 55,8 milioni lordi, mentre le assunzioni sono cresciute del 124%: 80 persone. In totale il contributo occupazionale di Iren è di oltre 3mila posti di lavoro tra effetto diretto, indiretto e indotto.
Per quanto riguarda il contributo alla crescita del capitale economico, Iren, con un fatturato 2017 di 3,7 miliardi di euro è al 25° posto tra tutte le aziende del comparto industriale italiano, 6a nel proprio settore di riferimento e 3a tra i comparable, con un tasso di crescita dei ricavi del 9,3% tra il 2015 e il 2017 rispetto a una media dell’industria italiana del -1,5%. Il contributo al pil nazionale è di 2,3 miliardi di euro tra valore aggiunto diretto, indiretto e indotto. Nella sola Liguria il valore attivato tramite fornitura e subfornitura ammonta a oltre 173 miliardi di euro con un effetto moltiplicatore di creazione di valore (valore aggiunto = contributo al pil) di oltre 330 milioni di euro. «Consideriamo che – dice il presidente Paolo Peveraro – ogni euro di valore aggiunto creato nel territorio da Iren ne genera un altro nell’indotto. Ogni dipendente diretto di Iren ne genera 4 nell’indotto».
Iren si posiziona nella top-25 delle aziende industriali italiane per investimenti effettuati: nel periodo 2014-17 gli investimenti sono cresciuti del 36,6% (1,1 miliardi complessivi nel periodo 2014-2017 e un piano di investimenti previsti al 2023 di 3 miliardi di euro) in un contesto nazionale di investimenti pubblici e privati decrescenti (media del 13% dell’industria italiana).
Anche la crescita del titolo Iren in Borsa ha generato valore economico per le amministrazioni territoriali che rappresentano i maggiori azionisti Iren alla luce di un incremento del 93% negli ultimi 5 anni. A ciò si aggiungono i dividendi distribuiti ai Comuni azionisti (detentori del 51,7% delle azioni Iren): 255 milioni di euro cumulati negli ultimi 6 anni, cresciuti in modo costante nel periodo.
Sul fronte del capitale ambientale, il Gruppo genera l’86% del totale di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e assimilate, una quota superiore rispetto alla media delle aziende comparable (57%) e a quella del Paese (37%).
Nella gestione dei rifiuti la quota di raccolta differenziata raggiunta (60,6%) è superiore alla media italiana (52,5%) e in costante crescita (rifiuti urbani differenziati cresciuti del 63,3% tra il 2013 e il 2017).