Terzo Valico, Nodo ferroviario e Gronda di Genova, Aurelia bis a Savona, Aurelia bis alla Spezia. E un nuovo ponte sul Polcevera. Sei grandi opere che, per la Liguria, si traducono in oltre 25 miliardi di euro di ricadute economiche e oltre 36 mila posti di lavoro tra diretti e indotto.
I dati emergono dal dossier presentato questa mattina a Genova, durante l’iniziativa sindacale della Cisl regionale “Vertenza Liguria”: oltre 600 i delegati presenti in un teatro Duse, decisamente oltre il limite della capienza.
«Si è perso troppo tempo − commenta Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl − I tempi della realizzazione delle infrastrutture nel nostro Paese sono inaccettabili. Mentre discutiamo di pochi decimali sulla manovra, dobbiamo ricordarci che abbiamo lì, fermi, oltre 100 miliardi di opere infrastrutturali. È una cosa incredibile che opere come la Gronda siano ancora bloccate dopo anni e anni di attesa. Dopo mesi di blocco, il Terzo Valico ha avuto prima uno spiraglio di luce quando il ministro Toninelli ha detto che forse è un’opera utile, poi ci ha dovuto pensare ancora, come se si potesse continuare a giocare sulle infrastrutture. Parliamo di temi seri per la vita della città e del Paese. Credo che si debba essere seri quando si parla di crescita, di futuro, di lavoro. L’unico modo per affrontare questi temi è la serietà».
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Un passo avanti proprio sul Terzo Valico, questa mattina, con la contrattualizzazione del quinto e penultimo lotto: «Una gran buona notizia, non c’è dubbio, peccato che sia stata bloccata per mesi − sottolinea la segretaria nazionale Cisl − Non solo si sarebbe bloccata un’opera indispensabile per la regione e il Paese, ma avremmo avuto migliaia di disoccupati in più. Si è perso troppo tempo: questi blocchi fanno male al Paese e alla crescita. Con quasi un milione di disoccupati in più che ci ha lasciato in eredità la crisi finanziaria, le opere infrastrutturali sarebbero un polmone occupazionale importante, oltre a rendere il Paese competitivo e aperto verso l’Europa».
«Dobbiamo rimettere al centro il lavoro − sostiene Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria − questo grande assente nelle discussioni collettive e politiche nel nostro Paese. Vorremmo ravvivare questo tema, che è la chiave per il futuro. E le infrastrutture sono il primo mezzo per creare lavoro». Un messaggio chiaro, che la Cisl lancia «a tutto il Paese, a partire da chi governa, che ha le responsabilità», afferma Furlan. E un messaggio sostenuto dai numeri: il dossier realizzato dalla Cisl, in collaborazione con Uniontrasporti, stima che a fronte di un investimento di circa 12 miliardi, il completamento delle sei opere potrebbe attivare una ricaduta economica di circa 25 miliardi sul territorio ligure e 36.317 posti di lavoro nell’edilizia, nei settori collegati e nello stesso indotto.
La metodologia
Diversi studi evidenziano come il moltiplicatore degli investimenti nelle costruzioni sia il più alto che in altri settori. Nel 2016 uno studio condotto da Ance (Associazione nazionale costruttori edili) ha calcolato che, a livello nazionale, a fronte di un miliardo di investimenti nelle costruzioni, si attiva sull’economia una ricaduta complessiva di oltre 3,5 miliardi (tra effetti diretti, indiretti e indotto), con la creazione di oltre 15.500 posti di lavoro. Per la stima regionale dell’impatto, possono essere d’aiuto i risultati di uno studio dell’Università Bocconi di Milano sull’impatto dell’Expo 2015, da cui deriva che gli effetti della manifestazione sono ricaduti per il 50% su Milano e per il 60% su tutto il territorio lombardo. Le opere liguri delle quali viene stimato l’impatto sull’economia sono opere in corso di realizzazione o fase di progettazione definitiva, di cui si conosce con certezza l’importo dell’investimento.
Ecco le schede dettagliate sulle singole opere
Gli investimenti più consistenti sono concentrati nel Terzo Valico (costo complessivo circa 6,2 miliardi) e nella Gronda di Genova (circa 4,8 miliardi). Dalla realizzazione delle stesse opere scaturirebbero anche i principali effetti sul territorio, rispettivamente si stimano 13 e 10 miliardi di impatto economico e di 25 mila e 7.500 posti di lavoro in più.
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La Cisl ha provato a ipotizzare anche l’impatto economico e occupazionale della ricostruzione del viadotto sul Polcevera. La stima è stata fatta sulla base di informazioni desunte da documenti e articoli di stampa, in attesa dell’ufficializzazione del progetto scelto dal commissario Bucci.
«Il cantiere per la demolizione del ponte è partito, speriamo che non ci siano rallentamenti a causa di intoppi generati da prese di posizione contenute nel decreto convertito in legge − dice Maestripieri − Ci auguriamo un’accelerazione sul Terzo Valico, manca lo sblocco dei lavori della Gronda, opera assolutamente necessaria e strategica per sgravare il centro città da traffico veicolare: le grandi opere servono per attrarre giovani, imprese e investimenti, ma anche per crescere la vivibilità dei nostri cittadini. C’è poco tempo, anzi non ce n’è più. Siamo pronti a offrire il nostro contributo in termini di proposte e contenuti. Consegneremo al governo la nostra analisi dettagliata sul rapporto costi-benefici relativa a queste sei infrastrutture ligure. Spiegheremo quale impatto positivo avrebbero sull’economia e quali negatività scaturiranno dall’eventuale decisione dell’esecutivo di non dare seguito ai cantieri. Su tutte le partite presseremo il governo affinché nessuna di queste rimanga indietro».