Si sono concluse questa mattina, nella sede della ex stazione idrometrica sperimentale di inizio Novecento di Santhià, le ultime prove tecniche sul modello in scala dello scolmatore del Bisagno che è stato valutato positivamente. Trecento metri di torrente ricostruiti nelle vasche della stazione idrometrica, investiti da una massa d’acqua per simulare la piena. Una prova diretta sul modello fisico, organizzata dalla Hydrodata, azienda torinese specializzata in ingegneria idraulica appartenente al raggruppamento Rocksoil, responsabile della progettazione dello scolmatore.
Anche in tempi di rendering computerizzati questo resta un passaggio necessario per simulare al meglio le situazioni reali e analizzare le risposte del modello. Una simulazione che ha dato esito positivo, anche se dovrà essere formalizzata dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici nella seduta del 27 luglio e che ha consentito di analizzare le risposte del modello che in scala 1:43 riproduce l’opera di presa dell’acqua e i primi 250 metri della galleria. Questo un tassello importante per proseguire poi l’iter con l’approvazione del progetto esecutivo e l’avvio della gara per i lavori del canale scolmatore del Bisagno.
Nella stazione idrometrica è stata realizzato un modello in scala dell’alveo del Bisagno, per un tratto di circa 300 metri e della galleria, per una lunghezza di oltre 250 metri che verrà realizzata per consentire il deflusso delle acque all’altezza della piscina della Sciorba.
Nel modello è stata fatta defluire l’acqua corrispondente a quella dell’evento naturale, ma in scala 1:43, per simulare la massima piena.
Lo scolmatore del Bisagno è l’intervento che è in grado di garantire la protezione della città di Genova dalle alluvioni attraverso lo scarico, direttamente in mare, di parte delle acque di piena, limitando il deflusso nel tratto cittadino alla sola portata compatibile con la sezione del torrente, recentemente adeguata. La portata della galleria dello scolmatore sarà di 450 m3 al secondo, lunga 6,5 km e con una sezione circolare di diametro di 9.80 metri che parte a monte del Ponte Gallo in corrispondenza della Sciorba e sbocca in mare nei pressi della spiaggia di S. Giuliano.
A fare da testimone all’ultima prova tecnica, l’assessore alla Difesa del Suolo di Regione Liguria Giacomo Giampedrone, insieme ai tecnici regionali e ad alcuni componenti del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che, entro il mese di luglio, concluderanno l’istruttoria sul progetto ed esprimeranno il loro parere.
Dopo questa fase si passerà, quindi, alla Valutazione di Impatto Ambientale da parte di Regione Liguria, per poi arrivare, entro fine anno, al bando di gara per l’affidamento dei lavori.
«Siamo molto soddisfatti dell’esito di questo ulteriore approfondimento modellistico che ha confermato la corretta impostazione del progetto – dichiara Giampedrone – A questo punto attendiamo il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che ringraziamo per la disponibilità e la collaborazione. Dopo questa fase si potrà quindi bandire la gara per l’assegnazione delle opere, un momento fondamentale lunga la strada della sicurezza per rendere meno vulnerabile la nostra città. Questo intervento rappresenta un tassello molto importante dell’ampia azione di messa in sicurezza idrogeologica, attivata dalla Regione Liguria a 360 gradi su tutto il territorio e che consentirà, entro cinque o sei anni, di arrivare a quel livello di sicurezza che le è stato negato da molti decenni di inerzia».
La progettazione esecutiva era stata affidata circa un anno fa dal Commissario straordinario per i lavori sul Bisagno, il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, attraverso Invitalia, a una associazione temporanea di imprese guidata dalla mandataria Rocksoil spa, che ha portato a termine il compito nei tempi richiesti.
Il progetto è in questo momento al vaglio del Consiglio superiore dei lavori pubblici, e le prove di oggi rientrano nell’istruttoria ministeriale al termine della quale sarà sottoposto alla procedura per la valutazione di impatto ambientale (Via) da parte della Regione Liguria. La gara per l’assegnazione dei lavori partirà entro la fine dell’anno; il cronoprogramma prevede 1395 giorni di cantiere a partire dai primi mesi del 2019 per finire entro il 2022.
La stazione idrometrica sperimentale di Santhià è un laboratorio di idraulica all’aperto. È stata concepita ai tempi della realizzazione del canale di Cavour ultimato nel 1866, quando divenne evidente l’esigenza di dover misurare nel modo più esatto possibile la quantità d’acqua distribuita agli utenti irrigui, per gestirla nel modo più equo possibile. Per questo venne realizzata negli anni seguenti, una stazione idrometrica dove effettuare analisi sperimentali per misurare le portate dei diversi canali, in modo da poter regolare e distribuire l’acqua evitando controversie.
La stazione comprende un complesso sistema di vasche in successione di varia ampiezza, che aveva il suo cuore nella vasca centrale dove si potevano effettuare sperimentazioni con portate fino a 12 metri cubi.