Energia pulita per elettrificare le banchine e ridurre nell’atmosfera le emissioni inquinanti delle navi: l’Ordine degli Ingegneri di Genova propone di installare nell’area ex Enel una nuova centrale riconvertita con sistemi a turbogas a ciclo combinato che garantisca di soddisfare il fabbisogno di energia del porto e di salvaguardare l’ambiente .
Formulata nel numero di A&B (bollettino dell’Ordine degli Ingegneri di Genova) di settembre -novembre 2017 da Felice Lombardo, responsabile per l’Ordine del gruppo di lavoro “Ingegneria Navale e Portuale”, la proposta nei mesi scorsi è stata oggetto di un intenso dibattito.Nell’ultimo numero del bollettino (gennaio-marzo 2018), in un articolo firmato da Gianfranco Sansalone, vengono esposti i pareri del sindaco Marco Bucci, del presidente dell’Autorità Portuale di Sistema del Mar Ligure Occidentale, Paolo Signorini, del presidente di Confindustria Genova, Giovanni Mondini, di sindacalisti, e altri.
Per la centrale a carbone dell’Enel nel porto di Genova, aperta 88 anni fa e dismessa nel marzo di quest’anno – scrive Lombardo – «suonano da tempo i rintocchi di campane che vanno dalla messa funebre a possibili concerti di risurrezione. C’è chi vuole abbatterla per recuperare l’area a fini produttivi, chi vuole farla diventare un museo di archeologia industriale per conservare manufatto e macchinari, chi la vede (proposta decisamente respinta al mittente) come sede per la ricollocazione dei depositi chimici di Multedo, e chi ha proposto un concorso internazionale di idee per trovare una soluzione».
L’Ordine degli Ingegneri mette sul tavolo, indirizzandola al competente gestore (Adsp del Mar Ligure Occidentale), agli enti e agli operatori economici questa proposta : «la centrale Enel continui a produrre energia, ma finalizzata a garantire e soddisfare il fabbisogno del porto di Genova in maniera pulita, espiando così le colpe per un passato industriale di soggetto inquinatore. Basti questo dato a far riflettere: alimentando da terra una grande nave da crociera ferma in porto 10 ore, si eviterebbe di bruciare fino a 20 t. di combustibile (una portacontenitori di media grandezza fino a 10 t.), equivalenti a 60 tonnellate di CO2 non emesse in atmosfera, ovvero le emissioni annue di 25 automobili! Da qui la nostra analisi complessiva, che parte dalla necessità di soddisfacimento delle sempre più stringenti norme per il contenimento degli inquinanti immessi in atmosfera prodotti dall’uso di combustibili fossili tradizionali nei processi industriali e nella propulsione navale».
«La proposta – precisa Lombardo – dunque si potrebbe concretizzare attraverso un’indagine per la ricerca della disponibilità di un operatore economico di settore, sulla falsariga di quanto già intrapreso nel 2009 in occasione della riconversione della centrale Enel di Ortona, che subentri ad Enel nell’esercizio di una nuova centrale riconvertita con sistemi a turbogas a ciclo combinato, eventualmente ridimensionata dall’attuale potenza di 300 MW. Le infrastrutture esistenti, tra cui il carbonile che potrebbe rappresentare anche un’ipotesi per la collocazione di un sistema di bunkeraggio Sslng (Small Scale Lng), e la vicinanza ai terminal traghetti e Sech principali fruitori del cold-ironing rafforzerebbero ulteriormente i presupposti operativi».