Colon-retto (1.750 nuovi casi), seno (1.600) e polmone (1.350). Sono i tre tumori più frequenti tra i liguri rilevati nel 2017. I dati sono contenuti nell’annuale volume “I numeri del cancro in Italia 2017”, realizzato dall’Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom), dall’Associazione italiana registri tumori (Airtum) e dalla Fondazione Aiom, presentato all’ospedale Policlinico San Martino di Genova.
In totale sono 11.950 i nuovi casi di tumore stimati in Liguria nel 2017 (6.200 uomini e 5.750 donne), rispetto al 2008 l’incremento è stato del 40%, una percentuale inferiore rispetto al dato nazionale (+47%). Ogni giorno vengono diagnosticati più di 30 nuovi casi (1000 al giorno in Italia). Sono 110 mila le persone in vita a cui è stato diagnosticato un tumore. Di queste 26 mila avevano o hanno un tumore alla mammella, il 16% è già guarito, il 52% è in via di guarigione. Uno stile di vita sano ridurrebbe le diagnosi del 40% (vedi paragrafo sulla prevenzione).
Le tecnologie mediche hanno reso gran parte dei tumori curabili, resta molto da fare ancora a livello di prevenzione: la copertura dello screening utile per individuare il tumore al colon-retto in fase precoce (il sangue occulto nelle feci) è solo al 34,5%, la mammografia è invece ha più successo: 58,9%.
A causare l’aumento dei casi – spiega Carlotta Buzzoni, vicepresidente Airtum – è anche l’aumento dell’età media, che in Liguria è di 48,3 anni contro i 44,4 dell’Italia. Proprio per questo motivo sono in aumento i tumori alla prostata (950 nuovi casi stimati nel 2017). L’alto tasso di vecchiaia in Liguria spiega perché il tasso di sopravvivenza a 5 anni è leggermente inferiore alla media italiana: 61% per le donne (63% in Italia) e 51% per gli uomini (54% in Italia), ma per i cinque tumori a prognosi migliore i risultati sono sovrapponibili e in alcuni casi migliori: testicolo (97% contro il 91% in Italia), tiroide (93%), prostata (90% contro il 91% in Italia), melanoma (88% contro l’87% in Italia) e mammella (87%). «La differenza tra un giovane colpito da un tumore e un anziano – spiega Lucia Del Mastro, del direttivo nazionale Aiom e responsabile della Breast Unit del San Martino – non sta tanto nell’aggressività del tumore, ma soprattutto nella gestione del paziente. Valutiamo una sorta di “scala delle fragilità” perché alcuni trattamenti non si possono fare con persone anziane».
La prevenzione
Manca in Liguria ancora un aspetto fondamentale: un’educazione che parta dalla scuola sull’importanza degli stili di vita, da fare già nelle elementari o nelle medie.
«Oltre il 40% delle diagnosi di tumore – evidenzia Del Mastro – sarebbero evitabili con uno stile di vita sano, ossia non fumare, fare costante attività fisica e una dieta corretta, i liguri però ancora sottovalutano questi fattori: il 29,2% è sedentario, il 27% è in sovrappeso, l’8,4% è obeso, una persona si quattro fuma e il consumo di alcol in dosi rischiose per la salute riguarda il 18,2% dei cittadini». Oggi inoltre, le armi a disposizione dei medici oggi sono molto più efficaci: l’immunoterapia per il cancro al polmone (uno studio ha dimostrato che a un anno il 70% dei pazienti trattati con un determinato farmaco è vivo rispetto a circa il 50% di quelli trattati con chemioterapia) e per il melanoma e i farmaci a rilascio molecolare per il tumore alla mammella.
I decessi
Il tumore che, secondo gli ultimi dati Istat disponibili (2014), ha fatto registrare il maggior numero di decessi è quello al polmone (1.066), seguito dal colon-retto (695), seno (402), pancreas (371) e fegato (263).
La creazione dei Diar, i dipartimenti interaziendali, dovrebbe migliorare l’organizzazione delle competenze di alta qualità che sono sul territorio. Il San Martino sarà il punto di riferimento per l’oncologia: «Passando dalle reti ai dipartimenti – spiega Sonia Viale, assessore regionale alla Sanità della Regione Liguria – migliorerà la governance, tenendo il paziente al centro e coinvolgendo in modo maggiore il medico di medicina generale. La Regione cerca di dare il massimo supporto ad affrontare queste patologie: siamo tra le prime regioni ad aver creato le Breast Unit e ci stiamo attrezzando per promuovere corretti stili di vita e dare benessere ai pazienti».
Dal punto di vista organizzativo il direttore generale del San Martino Giovanni Ucci sottolinea: «Pensiamo ai referti delle anatomie patologiche, oggi non sono standardizzati, sembra una banalità, ma solo ora ci si sta muovendo verso un’uniformità comune». Il registro tumori, che è l’unica fonte con cui vengono aggiornati i dati epidemiologici nello stesso modo in Italia e in Europa, è per ora attivo solo in provincia di Genova e l’ipotesi è di estenderlo a tutta la Liguria.
Il San Martino, nel 2017 è intervenuto su 705 casi di neoplasia alla mammella, è tra le prime dieci strutture in Italia per volume di casi, 305 gli interventi per cancro al colon-retto. Com’è ormai risaputo più numerosi sono i casi trattati, più lo staff migliora e rischia di sbagliare meno. Circa il 10% dei pazienti oncologici arriva da fuori Regione.