Una proposta «ispirata da motivazioni politiche ma priva di fondamento giuridico». Così Lorenzo Cuocolo, professore ordinario di diritto pubblico comparato all’Università di Genova e alla Bocconi di Milano, giudica la mozione del Partito democratico e della Lista Crivello che verrà discussa domani a Palazzo Tursi «per vietare la concessione di spazi e locali pubblici a formazioni di ultradestra e per riaffermare i valori dell’antifascismo e combattere la xenofobia».
«Sarebbe illegittimo in quanto discriminatorio – dichiara Cuocolo a Liguria Business Journal – vietare spazi e locali pubblici, limitare il diritto di associazione, di riunione e di espressione del proprio pensiero a determinate formazioni. In questo caso si tratta di formazioni definite di “ultradestra” ma lo stesso varrebbe se fossero di ultrasinistra o di carattere religioso. Non si potrebbe, per esempio, negare spazi a determinate organizzazioni perché definite “estremiste islamiche” o “islamiste”. Si potrebbe, per esempio, vietare la promozione di espressioni discriminatorie nei confronti della donna e di altre espressioni contrarie alla legge e intervenire ma non impedire a priori a una formazione di esprimere in generale il proprio pensiero. Un Comune può adottare un proprio regolamento ma non lo può fare in modo discriminatorio».
«Proprio anche in seguito all’esperienza del periodo fascista – prosegue Cuocolo – la nostra Costituzione è attentissima a garantire a tutti la libertà di manifestare il proprio pensiero. L’articolo 18 garantisce la libertà di associazione per fini non vietati dalla legge penale, l’articolo 17 quella di riunione, sempre nel rispetto della legge. CasaPound, come ogni altra formazione politica, è libera di esistere e di manifestare le proprie opinioni finché non commette fatti contro la legge penale. Se lo fa esistono le leggi e gli istituti per intervenire».