Chiudono la settimana contrastate le principali Borse europee, si spegne l’entusiasmo per la decisione annunciata ieri dalla Bce di ridurre in misura moderata i piani di stimolo monetario con la possibilità di ulteriori interventi, e pesa la crisi catalana. A Madrid il Senato ha votato il via libera al commissariamento della Catalogna, mentre a Barcellona il Parlamento catalano ha votato a favore della proclamazione d’indipendenza.
Il Dax di Francoforte segna+0,6%, il Ftse 100 di Londra +0,1%, il Cac 40 di Parigi (+0,7%. La Borsa di Madrid accusa l’aggravarsi della crisi catalana, con l’indice Ibex che termina cedendo l’1,4%. Milano chiude in negativo una giornata iniziata con il segno più e registra Ftse Italia All-Share a 25.058,82 punti (-0,55%) e Ftse Mib a 22.665,03 punti (-0,62%).
A Piazza Affari sono andate male le banche, in testa Unicredit (-3,37%), Banco Bpm (-3,29%) e Ubi (-2,98%), male anche Unipol (-2,27%), Leonardo (-1,78%) e Tim (-1,66%), Generali (-1,26%) ed Eni (-1,01%). In controtendenza Luxottica (+2,39%), A2A (+2,12%) e Tenaris (+1,69%).
Tra i titoli di Stato soffrono solo i Bonos spagnoli, i cui rendimenti sono saliti di 5 punti base mentre lo spread con il bund si è allargato a 119 punti. Nuovo calo per l’euro (-0,6% a 1,157 sul dollaro) con la crisi spagnola e le decisioni di ieri della Bce sul Qe.
Sul Forex, l’euro continua la discesa, poco sopra i 1,1578 dollari.
Tra le materie prime, i prezzi del petrolio sono saliti nettamente con il Brent che ha superato la soglia dei 60 dollari al barile per la prima volta da luglio 2015, mentre il Wti scambia a 53,6 dollari al barile.