Finora erano i siti di prenotazione come Booking.com a promettere al cliente il prezzo migliore per una camera, mentre si vietava agli albergatori di fare delle offerte. Da qualche giorno la rivoluzione:è stata abolita la parity rate, l’albergatore online può inserire offerte anche migliori dei siti di prenotazione.
«Questa novità è positiva – commenta Filippo Fossati, referente di Assohotel Confesercenti Rapallo Tigullio – pur riconoscendo alle Ota (Online Travel Agency) un’ottima collaborazione, in quanto danno visibilità alle strutture, c’era una concorrenza sleale che andava sanata. È un decreto giusto, ora c’è una parità vera e propria nei confronti delle strutture alberghiere che possono ricominciare a lavorare in modo giusto e con una giusta concorrenza».
Stefano Canepa dell’Hotel Genova di Sestri Levante ha un software di prenotazioni direttamente sul sito del suo hotel. «Sta andando bene – racconta – si sta tornando a prenotare tramite la struttura. Peccato che non tutti siano a conoscenza di questa novità. Booking.com è un sito che attira ed è facile prenotare, le recensioni sono veritiere e poi appena si fa una ricerca di un albergo appare come primo risultato, tanto che spesso la gente crede che sia il sito dell’hotel e non un portale di prenotazione. Però Booking.com ha le sue regole: permette visibilità alle strutture ricettive ma finora era in vigore la parità di prezzo. E in più guadagna il 15% di commissione. E questo molti clienti non lo sanno».
Questo nuovo decreto permetterà di tornare ad avere un rapporto più umano con il personale delle strutture alberghiere. «È necessario – prosegue Canepa – informare i clienti e spingerli, prima di prenotare online, a visitare anche il sito dell’hotel che interessa, oppure di telefonare perché c’è la possibilità che il prezzo sia migliore delle agenzie online».