Il crescente impegno dei marina liguri nella promozione e nel marketing sui mercati esteri e la fuoriscita dalla crisi dell’economia italiana stanno vivacizzando l’attività delle nostre nostre strutture nautiche, che ora attendono indicazioni sulla tendenza del mercato dal prossimo Salone di Genova. Facciamo il punto di metà stagione estiva con Roberto Perocchio, presidente di Assomarinas, l’associazione ialiana dei porti turistici aderente a Ucina Confindustria Nautica e a Federturismo.
«Stiamo raccogliendo ora i dati, che presenteremo al prossimo Salone di Genova – dichiara Perocchio a Liguria Business Journal – ma direi che in Liguria, come a livello nazionale, si registrano un maggiore utilizzo delle unità nautiche, più transiti, anche di stranieri, più passaggi da un porto all’altro. L’incremento nell’utilizzo delle imbarcazioni è del 3-5%. Senza dubbio il dato è positivo ma dobbiamo tenere presente che viene dopo un lungo periodo di calo. La crisi globale iniziata nel 2010 ha ridotto il nostro giro d’affari del 30-35%, sono tre anni che si sta recuperando ma siamo ancora sotto del 25% rispetto al giro d’affari storico».
I marina liguri «hanno reagito alla crisi con un maggiore impegno nella promozione all’estero, vale a dire intensificando la presenza nelle fiere, investendo sempre più nel marketing on line e nella presenza sulle riviste specializzate internazionali e nella partecipazione a eventi promozionali».
A sostenere lo sforzo degli operatori liguri è intervenuta anche una svolta del mercato: sembra che la nautica italiana e la stessa economia del paese stiano uscendo dalla crisi. «Sì, ed è in corso di superamento lo shock provocato dai provvedimenti del governo Monti. La tassa sul possesso nautico è stata abolita, la nuova normativa sui marina resort si è consolidata, è stata ridotta l’Iva per alcune tipologie di servizi e allentata la pressione dei controlli in mare. Un altro dato positivo è che quest’anno il tempo medio dedicato alla barca dai diportisti è aumentato del 20% dopo il calo degli anni scorsi ma – puntualizza Perocchio – alcuni problemi persistono. La nostra classe media ha sofferto molto in questi anni, incertezze e timori per il futuro hanno gravato a lungo sugli utenti nautici come sugli altri cittadini italiani. E non dimentichiamo che se abbiamo avuto un ottimo incremento dei maxi yacht, a riempire i nostri porti sono i gommoni e in generale le imbarcazioni sotto i venti metri».
Alcuni problemi riguardano il rapporto tra domanda e offerta. « Anche a causa delle lentezze burocaritiche – spiega il presidente di Assomarinas – molte nuove iniziative hanno terminato il loro iter proprio quando è crollato il mercato, sono sorti migliaia di nuovi posti barca nel pieno della crisi. In Liguria in poco tempo si sono avuti il megaporto di Loano, Marina Cala del Forte a Ventimiglia, Porto Mirabello a La Spezia, l’ampiamento del Porto Lotti, Marina di Genova Aeroporto».
Le tariffe, quindi restano basse, sia per mancanza di liquidità degli utenti sia per eccesso di offerta. Le nuove strutture nautiche inoltre sono state generalmente finanziate con mutui onerosi, la debolezza del mercato ha quindi accentuato le difficoltà finanziarie degli operatori.
Un punto di forza dei porti nautici liguri è che tendono a essere utilizzati come home port sia per la loro posizione sia per il livello dei servizi che sono in grado di offrire. «I marina liguri – spiega Perocchio – son i terminali naturali per Lombardia e Piemonte innanzi tutto, anche per l’Emilia se consideriamo lo spezzino, e per Germania, Austria, Svizzera. Merito della posizione geografica e anche del livello dei servizi, in fatto di manutenzione, assistenza, alloggi. Abbiamo dei marina che sono veri e propri villaggi turistici galleggianti».
«Ora – conclude Perocchio – il prossimo Salone di Genova ci dirà se la nostra classe media ha ripreso coraggio»