Promuovere e sviluppare insieme iniziative e progetti di ricerca, innovazione e formazione, cooperando per diffondere, fra l’altro, la “cultura della ricerca”. In questa direzione si inserisce l‘accordo tra ministero della Difesa e Università degli studi di Genova, prima tappa di un processo che sta diventando sempre più operativo. La firma oggi nella sede dell’Ateneo genovese: «Con questo accordo puntiamo a sviluppare insieme una serie di iniziative per valorizzare eccellenze tecniche, cantieri e professionisti», spiega il segretario generale della Difesa, Carlo Magrassi, firmatario insieme al rettore Paolo Comanducci: «Un primo passo di un percorso comune che confidiamo possa portare a ottimi risultati. Abbiamo delle difficoltà oggettive legate per esempio a ingegneria navale, in particolare per quello che riguarda il rafforzamento del corpo docente». Non a caso, tra gli obiettivi dell’accordo siglato oggi, proprio il rilancio del Dipartimento genovese di ingegneria navale, elettrica, elettronica e delle telecomunicazioni, con l’intento di sostenerlo sia dal punto di vista del personale docente, sia dal punto di vista formativo e occupazionale.
L’idea di una cooperazione più focalizzata sul segmento dell’ingegneria navale nasce dalla visita, due anni fa, del ministero della Difesa Roberta Pinotti nella sede di Fincantieri di via Cipro: «Ho notato la presenza di molti giovani, anche neoassunti − spiega il ministro − e si prevedono anche nuove assunzioni, considerando i nuovi ordini presi dall’azienda. Da qui l’intento di rafforzare ingegneria navale a Genova, anche con la collaborazione di Fincantieri».
Secondo quanto prevedono i termini dell’accordo, Università e ministero si impegnano a collaborare reciprocamente per “incrementare il patrimonio di conoscenze scientifiche e tecnologiche, consolidando i rapporti di collaborazione istituzionale in iniziative sui programmi di ricerca, didattica, formazione, soprattutto nei settori connessi con l’innovazione tecnologica, di prodotto e di processo“. I fondi necessari arriveranno dal ministero.
Università e Difesa lavorano già da tempo, in particolare sul tema della cyber security: «A Chiavari abbiamo un poligono virtuale interforze di addestramento sulla cyber − dice Pinotti − La nostra intenzione è quella di ampliarne il raggio d’azione, attraverso un importante investimento. Come Difesa abbiamo creato un comando cyber, ma siamo certi che sia Italia sia l’Europa abbiano avuto un ritardo in questi anni su questo tema. Ma abbiamo le capacità di recuperare il gap. Se ci mettiamo a correre siamo in grado di difenderci da attacchi cyber che, in questo periodo, non possiamo escludere. Per questo, anche l’accordo che sigliamo oggi, spero diventi rapidamente un piano attuativo».
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