Aumento di capitale fino a 500 milioni e cessione di asset sui 200 milioni, per un totale di circa 700 milioni di euro. È questa la manovra che ha deliberato il cda di Carige nella seduta di oggi. Le cessioni riguardano il vasto patrimonio immobiliare della banca, la controllata del credito al consumo Creditis e la piattaforma di gestione degli npl. L’assemblea per la delibera sull’aumento di capitale sarà convocata nella prossima riunione del cda.
Approvate le nuove linee guida nella strategia di gestione degli Npe (Non performing exposures, quali crediti in sofferenza e inadempienze probabili) e le azioni di rafforzamento patrimoniale finalizzate a completare il processo di de-risking del Gruppo.
Sono state identificate quattro macro aree di azione per rafforzare la Banca dal punto di vista patrimoniale, come la cessione degli asset di pronta valorizzazione, quali alcuni immobili di pregio, la partecipazione totalitaria nella società di credito al consumo del Gruppo, Creditis spa, il ramo d’azienda relativo alla piattaforma di recupero dei crediti in sofferenza e il business di acquiring, ovvero i servizi di incasso relativi ai contratti Pos (merchant book).
Il processo di integrale revisione delle attività della Banca include anche la necessità di proseguire con il deleveraging (riduzione del livello di indebitamento) attraverso la ridefinizione della strategia complessiva relativamente al portafoglio dei non performing exposures.
Il processo di deconsolidamento delle sofferenze (già ceduti 940 milioni attraverso cartolarizzazione assistita da garanzia statale), proseguirà con ulteriori dismissioni per circa 1,2 miliardi di euro.
L’impostazione strategica così rivista – riferisce la Banca in un comunicato – permette di individuare soluzioni che presentano un minore grado di complessità operativa e maggiore rapidità di esecuzione rispetto alle misure originariamente previste.
Il raggiungimento dei target Srep (processo di valutazione e revisione della supervisione) relativi al portafoglio Npe, viene inoltre perseguito mediante una strategia gestionale del portafoglio delle inadempienze probabili (Utp – unlikely to pay) che prevede, oltre al miglioramento del tasso di copertura media, anche azioni di de-risking su alcune rilevanti posizioni ricomprese nell’aggregato.
A complemento degli interventi delineati è previsto, entro la fine dell’esercizio corrente, un aumento di capitale fino a 500 milioni di euro per la cui realizzazione la Banca ha stipulato un accordo di pre-garanzia con Credit Suisse e Deutsche Bank, in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners.
Tale pre-garanzia è soggetta a termini e condizioni standard per operazioni di questa natura e ad alcune disposizioni specifiche, tra cui l’approvazione e attuazione di un piano industriale e finanziario sostenibile, ivi incluse l’implementazione delle citate dismissioni di asset ed eventuali altre operazioni di ottimizzazione del capitale, nonché il feedback degli investitori in relazione alla prospettata operazione di aumento di capitale. Nel caso in cui, tra l’altro, tutte le condizioni siano soddisfatte per ciascuno dei Joint Global Coordinators, l’accordo di pre-garanzia prevede la stipula di un contratto di garanzia per la sottoscrizione di eventuali azioni di nuova emissione rimaste non sottoscritte.
Le iniziative straordinarie saranno supportate da interventi sulle aree di business core che determineranno la rivisitazione del business model, al fine di consolidare il turnaround del Gruppo e garantirne la sostenibilità industriale.
Il consiglio di amministrazione ha, inoltre, deliberato la nomina di Andrea Soro a Chief financial officer di Banca Carige.
Il titolo di Banca Carige oggi in Borsa è salito del 3,8%