Un attacco cyber potrebbe arrivare persino attraverso una lavatrice di ultima generazione. È il rovescio della medaglia di una rete di infrastrutture sempre più “smart”. Proprio per questo in Europa c’è fame di esperti di cyber security, mancano, secondo le società di riferimento del settore, 4 milioni di persone formate per sapere cosa fare nel momento in cui arriva un’intrusione.
I massimi esperti di Europa e Medio Oriente si confrontano in una due giorni tra Genova e Savona (qui il programma) proprio sul tema della cyber security. «Abbiamo focalizzato i contributi – spiega Paola Girdinio del dipartimento Diten (dipartimento di Ingegneria navale, elettrica, elettronica e delle telecomunicazioni) della scuola Politecnica dell’Università di Genova – sulle infrastrutture energetiche. Pensiamo a un attacco che provoca la chiusura di una centrale, si tratterebbe di un black out totale, del sistema Paese».
I rimedi? «Al di là di chiudere tutto bisogna sviluppare software che consentono di sventare questo tipo di attacchi. Le aziende che si confrontano in questa due giorni ligure hanno predisposto sistemi che permettono di ovviare anche a 500 tentativi al minuto». Ormai l’informatica pervade sanità, autostrade, ferrovie, solo per citare alcuni grandi settori, per questo sono necessarie figure specializzate: «In Liguria annoveriamo tra i massimi esperti nella nostra scuola Politecnica – sottolinea Girdinio – e oltre al corso di ingegneria informatica abbiamo un master sulla protezione dei dati».