Questa settimana il panorama mondiale è stato caratterizzato da un considerevole aumento del premio al rischio Paese per il Brasile, sulla scia delle accuse di corruzione rivolte al presidente Temer, che ha portato il Bovespa a cedere nella sola giornata del 18 maggio l’8,80%, e il real a deprezzarsi del 7,04% contro euro, una dinamica che si è comunque successivamente stabilizzata nei giorni successivi.
Moderato aumento dell’avversione globale al rischio, che ha portato, il Vix a toccare un massimo infrasettimanale di 16,30 nella giornata del 18 maggio.
L’aumento della volatilità implicita ha comportato, attraverso un fenomeno di fly to quality, un movimento di discesa dei rendimenti dei tassi a dieci anni tedeschi e statunitensi, e una correzione per la maggior parte delle asset class di tipo azionario.
Il contagio dello shock negativo subito dall’economia sudamericana si è mostrato complessivamente contenuto anche, in media, sugli emergenti stessi: l’indice azionario Ftse Emerging ha ceduto solo lo 0,81%, mentre a livello obbligazionario l’indicatore Jpm Embi Global hedged eur tr registra persino un rendimento settimanale positivo (+0,10%), sulla scia della discesa dei tassi americani.
Sul mercato dei cambi, l’euro ha continuato a rafforzarsi, in particolare contro dollaro (eur-usd a 1,1243, mentre scriviamo).
Estensione del rimbalzo del future sul brent, sulla scia delle dichiarazioni dell’Arabia Saudita, per la quale tutti i produttori che partecipano ai tagli dell’output hanno raggiunto un accordo per l’estensione degli stessi fino al primo trimestre del 2018.
I principali dati diffusi la scorsa settimana supportano, secondo gli esperti, un quadro complessivo atteso di consolidamento nella traiettoria di crescita dell’economia globale.
Negli Stati Uniti: superiori alle attese i dati su produzione industriale (effettivo: 1%; consensus: +0,4%; prec. rivisto da 0,5% a 0,4%) e tasso di utilizzo degli impianti. Meno vigorosa del previsto, invece, la crescita mensile dell’indicatore di tendenza del Conference Board. Contrastanti le indicazioni delle indagini regionali, con Philly Fed in accelerazione inattesa e indice Manifattura di New York entrato in territorio negativo. La batteria di indicatori dettagliata continua a suggerire che assisteremo ad una moderata crescita economica, nei prossimi mesi.
Eurozona: l’importante indicatore Zew relativo alle aspettative di crescita per l’area nel suo complesso a maggio ha registrato un’ulteriore accelerazione, estendendo un movimento di vigorosa ripresa ormai in atto dall’agosto 2016. Alla ripresa dell’attività economica si è accompagnata anche una dinamica di tipo reflazionistico, che ha portato a una accelerazione del tasso di crescita dei prezzi al consumo dall’1,5% all’1,9%.
A tendere, continuiamo ad aspettarci dei fisiologici segnali di rallentamento, data la rapidità dei movimenti rialzisti verificatisi negli ultimi mesi, circostanza che dovrebbe moderare la recente tendenza al rafforzamento dell’euro.