Il giudice Paola Luisa Bozzo Costa ha respinto il ricorso del fondo statunitense Apollo con cui si chiedeva di inibire il voto al socio di maggioranza di Banca Carige, Vittorio Malcalza, all’assemblea degli azionisti del prossimo 28 marzo dove si deciderà se fare azione legale contro la passata gestione della banca e lo stesso fondo.
Apollo aveva chiesto di inibire Malacalza per presunta posizione dominante (17,6%) non autorizzata dalla Bce.
Il cda di Carige aveva deliberato di citare in giudizio il precedente management della banca e Apollo per presunti danni derivanti dalla vendita di Carige Vita nuova e Carige Assicurazioni al fondo americano.
Secondo l’attuale cda della banca, la situazione di Carige “ha gravemente sofferto dell’aggressione del gruppo Apollo” che sia nell’acquisto delle attività assicurative sia nell’offerta vincolante improvvisamente ritirata su Creditis (credito al consumo) sia nel caso della proposta del fondo di acquisto dei deteriorati “ha beneficiato della grave negligenza e della condiscendenza del vertice amministrativo” in carica dall’autunno 2013 al marzo 2016. L”accusa è contenuta nell’atto di citazione presentato al Tribunale di Genova con cui si chiede agli ex vertici Cesare Castelbarco Albani, Piero Montani e allo stesso fondo Apollo un risarcimento complessivo di 1,25 miliardi. Il documento fa parte del materiale a disposizione dell’assemblea in vista del votodel 28 marzo.
Secondo la ricostruzione l’atto di citazione Apollo avrebbe “dato un contributo causale primario al deterioramento della situazione di liquidita’ della banca” nel periodo compreso tra novembre 2015 e febbraio 2016, immediatamente prima cioè di presentare al cda della banca una proposta di acquisto dei crediti deteriorati a prezzi fortemente scontati (circa 17 centesimi per 1 euro, in linea con la svalutazione effettuata sui crediti in quel periodo da Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti) con abbinata una proposta di aumento di capitale della banca che (qualora fosse stata accettata) avrebbe portato Apollo a esserne il socio di controllo. L’anomalo assorbimento di liquidità sarebbe avvenuto in particolare tra fine novembre 2015 e fine dicembre 2015 quando in un solo mese con “prelevamenti evidentemente concertati” soggetti riferibili ad Apollo drenarono “circa 446 milioni” di euro.
“Nell’arco di poche settimane la liquidità di Carige cominciò rapidamente a calare sino a raggiungere i livelli che la Banca centrale europea avrebbe rappresentato come preoccupanti nella Draft decision del 19 febbraio 2016. Già a fine dicembre l’indice mensile di liquidità della banca era crollato a sei mesi, quasi dimezzandosi, e l’impatto dei prelevamenti dei soggetti riferibili al gruppo Apollo sulla perdita di liquidità registrata nel periodo (931 milioni) è stimabile in una percentuale vicina al 50%”. Queste operazioni, si legge nel documento, contribuirono a far accendere un campanello d’allarme sulla situazione della liquidità della banca da parte della vigilanza Bce che, nel febbraio 2016, suggeri’ all’istituto di valutare attentamente la proposta di Apollo per la messa in sicurezza dell’istituto. Il progetto di Apollo fu tuttavia respinto da Carige che nel frattempo aveva sostituito i vertici.
Amissima Holdings, la società in cui sono confluite le compagnie assicurative di Carige vendute ad Apollo, in una nota “ribadisce la temerarietà delle iniziative giudiziali avviate da Banca Carige” e accusa la banca di non aver correttamente informato il mercato su quanto successo. La società del gruppo Apollo ricorda che dal verbale del cda della stessa Banca Carige del 25 febbraio 2016 si evince che alcuni deflussi di clienti corporate, come Amissima, erano stati compresi nelle previsioni di inizio anno. Per Amissima già dalla metà del 2014 era chiaro che la compagnia avrebbe dovuto spostare la liquidità a causa dell’entrata in vigore, a partire dal primo gennaio 2016, della direttiva Solvency II, che – prosegue la nota – avrebbe richiesto dei requisiti patrimoniali che rendevano inconciliabile il mantenimento di liquidita’ presso una banca (Banca Carige) il cui basso rating avrebbe comportato un assorbimento di capitale pari al 100%”
I fondi Apollo risultano titolari di un pacchetto di azioni Carige pari allo 0,1%. La quota è detenuta indirettamente attraverso Amissima Assicurazioni ed è stata la stessa Amissima a promuovere l’azione di urgenza presso il Tribunale di Genova per chiedere di inibire il diritto di voto di Malalcalza Investimenti sul 17% del capitale di Carige nella prossima assemblea degli azionisti del 28 marzo. Amissima ha già chiesto un indennizzo di 200 milioni di euro a Carige per la mancata esecuzione degli accordi di banca assurance siglati tre anni fa e ha annunciato qualche settimana fa l’intenzione di promuovere una causa civile di risarcimento danni per “centinaia di milioni” legata alle affermazioni contenute nella relazione del cda sull’azione di responsabilità contro Montani e Castelbarco.