Una caporetto per l’Italia e anche per la Liguria: la terza edizione dell’indice di competitività regionale fornito dalla Commissione europea, vede scendere quasi tutte le Regioni italiani escluse Basilicata, Molise, Umbria e Marche che sono rimaste immutate, mentre Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta hanno registrato un miglioramento.
Nessuna regione italiana registra un valore positivo. L’Italia complessivamente si piazza nella parte bassa della classifica, insieme a Grecia, Malta, Cipro e gran parte dei Paesi dell’Est, secondo i dati contenuti nel rapporto giunto alla sua terza edizione dopo quelle del 2010 e 2013.
Su 263 regioni, la Liguria si piazza al 167° posto (era 146esima nel 2013), con un punteggio di 43.6 su 100. Il Piemonte è 163°, il Veneto 169°, l’Emilia Romagna 157esima, mentre la Lombardia resta la migliore (143° posto). Grazie al fatto che l’edizione 2016 è disponibile sul web con uno strumento interattivo, si possono anche comparare i vari risultati e capire dove la Liguria, per esempio, è più debole o più forte rispetto ad altre. In questo modo si potranno stabilire le priorità di investimento quando le Regioni elaborano le loro strategie di sviluppo economico.
Andando a vedere la scheda per la Liguria: il prodotto interno lordo pro capite è di 107 con la base di tutti i 28 Stati Ue pari a 100, una cifra che vale l’81° posto. Lo stadio di sviluppo è 4 su 5.
Il dato peggiore è quello sulle istituzioni: 23.7 su 100, che vale il 227° posto in Europa, male anche le infrastrutture (38.65, 112° posto) e la maturità tecnologica (38, 228° posto). L’innovazione segna un 41.6 (121° posto), mentre l’efficienza del mercato del lavoro relega la Liguria al 175° posto con un punteggio di 54.5. Bene la salute (88.5, 32° posto); la dimensione del mercato, ma solo perché altri fanno peggio, vale il 97° posto con 37.2.
Note molto dolenti quando l’Ue fa il confronto con Regioni simili nel resto d’Europa per Pil pro capite: la Liguria non è in una situazione né di forza, né di debolezza per quanto riguarda le infrastrutture, la salute, la dimensione del mercato, l’innovazione e la “business sophistication”, cioè quell’efficienza che fa aumentare la produzione. Si trova invece in posizione di debolezza su istituzioni, stabilità macroeconomica, l’istruzione di base, l’istruzione di alto livello e la formazione per tutta la vita (con una debolezza vicina al range atteso), mentre l’efficienza del mercato del lavoro e la maturità tecnologica sono proprio in posizione di debolezza.
Per capire come vengono realizzate queste classifiche, ecco l’elenco degli indicatori: Tabella degli indicatori di competitività