«Con Industria 4.0 il Paese si è dotato per la prima volta di una politica industriale basata sull’innovazione digitale». Elio Catania, presidente di
Confindustria Digitale, nella tappa spezzina del roadshow nazionale di Confindustria Impresa 4.0 fa il punto sulla politica di innovazione digitale avviata nel 2016 da Confindustria e dal governo.
«Industria 4.0 – spiega – vuol dire dare finalmente al nostro Paese la capacità di competere su tutti i mercati internazionali. Noi abbiamo accumulato un forte ritardo in questi ultimi 15 anni. E devo dire che nel 2016 è successo
qualcosa di straordinario: il governo è sceso in campo e noi di Confindustria anche, con i vertici. Con Industria 4.0 il governo, per la prima volta nella mia lunga esperienza, mette al centro della politica di crescita del Paese l’innovazione, le tecnologie, con una serie di provvedimenti che non sono soltanto incentivi ma riguardano la formazione, la professionalità».
Confindustria è scesa in campo proprio per diffondere questa cultura del 4.0, «che vuol dire ridisegnare la propria fabbrica, i propri processi produttivi, il modo di lavorare, di comunicare, di interagire con i clienti, con i fornitori, vuol dire consentire soprattutto alle pmi di crescere, di sopravvivere, di fare più margine, di investire. Quindi è un’occasione unica che abbiamo, che dobbiamo cogliere noi imprenditori, è una chiamata generale. Gli strumenti ci sono. Vogliamo che gli imprenditori prendano coscienza di questa opportunità, perche il ritardo che abbiamo accumulato lo abbiamo pagato in termini di crescita e di occupazione».
Secondo Catania nel lungo periodo serve lavorare a fondo e nel dettaglio.
Ridisegnare un’azienda, partendo dall’esistente perché non si butta via quello che si ha, non e semplice. C’è bisogno di competenze, di focalizzazione manageriale, di progetti armonici e articolati di trasformazione. Bisogna riprogettare la nostra economia partendo dall’impresa, soprattutto dalle pmi, dalle filiere, dai territori. «La Liguria – aggiunge – da questo punto di vista ha una base di partenza molto solida. Qui esistono molte startup, molti giovani che stanno scommettendo il loro futuro su queste tecnologie. Esiste una base di medie e grandi imprese che possono anch’esse costituire un volano. Ritengo ci siano le condizioni per fare sistema, mettendo insieme per la prima volta iniziative che finora hanno lavorato in modo troppo indipendente, che non hanno graffiato sul territorio, non hanno portato valore sulle imprese».