La Liguria non dovrebbe avere problemi, almeno per quanto riguarda la parte relativa allo sviluppo economico, sui fondi europei del nuovo settennato. Lo sostiene Edoardo Rixi, assessore regionale competente, commentando la relazione annuale della Corte dei Conti sui rapporti finanziari con l’Unione Europea e l’utilizzazione dei Fondi comunitari e i dubbi dell’organo sui ritardi nei pagamenti dei primi due anni, visto che gli accordi con l’Ue sono stati firmati a settennato già iniziato.
«Già lo scorso settennato abbiamo superato il target, arrivando al 104% – spiega Rixi – con l’apertura dell’ascensore di villa Scassi abbiamo concluso tutti i progetti che erano stati approvati».
I fondi del 2014-2020 la Liguria ha iniziato a spenderli: «Nel 2018 ci sarà il primo momento di verifica dei target e, per quanto mi riguarda, se andremo avanti così li centreremo tutti». In ballo ci sono le risorse della “riserva di efficacia”, istituita per evitare lo spreco di risorse: se al 31 dicembre 2018 le Amministrazioni non avranno raggiunto i target intermedi, non beneficeranno dell’assegnazione della “riserva” e correranno il rischio, nei casi più gravi, della sospensione dei pagamenti.
La Liguria è una delle Regioni considerate più sviluppate per la Politica di coesione socio-economica 2014-2020, cioè con il Pil procapite superiore al 90% della media Ue-27. L’obiettivo dei fondi è ridurre i divari tra le aree europee, intervenendo a sostegno e non in sostituzione delle politiche nazionali. Per questo l’Italia ha stanziato in totale 24,5 miliardi di euro come quota di cofinanziamento. Per i Programmi a titolarità delle Regioni (Por) la quota di cofinanziamento nazionale è fissata nella misura massima del 70% degli importi previsti nei piani finanziari dei singoli programmi. La restante quota del 30% è a carico dei bilanci delle Regioni e delle Province autonome, nonché degli eventuali altri organismi pubblici partecipanti ai programmi.
La cultura dei risultati
Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), Fondo sociale europeo (Fse), Fondo di coesione (Fc), Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) e Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp), sono stati indirizzati sugli investimenti in favore della crescita e dell’occupazione, incentrando la politica comunitaria sulla cultura dei risultati. Gli Stati membri dovranno dimostrare che i Fondi siano impiegati nel modo migliore e che i risultati previsti siano raggiunti.
Inoltre, l’erogazione delle risorse sarà subordinata ad alcuni prerequisiti, che ne costituiscono gli elementi essenziali, in modo che sussistano le condizioni per valorizzare l’impatto degli investimenti, in particolare nei quattro settori chiave individuati: ricerca ed innovazione, Pmi, trasporti sostenibili ed economia a bassa emissione di carbonio.
Il totale degli stanziamenti
Gli stanziamenti destinati dall’Ue alla coesione economica, sociale e territoriale, per tutti i 28 Paesi Ue (Fondi Fc, Fesr e Fse) sono pari a 325,14 miliardi di euro. A essi vanno aggiunti gli stanziamenti per lo sviluppo rurale (Feasr), pari 99,3 miliardi di euro e quelli per la Pesca (Feamp), pari a 5,7 miliardi di euro.
Il piano Junker ha previsto la creazione di un nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis), ma non riguarda l’Italia: l’Accordo di partenariato tra il nostro Paese e la Commissione europea è stato adottato il 29 ottobre 2014 e riguarda i seguenti quattro Fondi: Fesr, Fse, Feasr e Feamp. Non beneficia del Fc in quanto destinato agli Stati membri con un reddito nazionale lordo pro capite inferiore al 75% della media dell’Unione europea.
I dati aggiornati a metà 2016
L’attuazione finanziaria dei programmi Por, per le Regioni più sviluppate, nel settennato 2014/2020 vede per la Liguria, su un programmato del Fesr di 392,5 milioni, un impegno giuridicamente vincolante al 31 luglio 2016 di 20,5 milioni e 3,8 milioni di pagamenti. In percentuale il 5,24% degli impegni sul programmato e lo 0,99% dei pagamenti sul programmato. La media italiana è superiore, “drogata” da Lombardia e Valle d’Aosta che superano già il 20% degli impegni e – rispettivamente – il 9 e il 3% dei pagamenti.
Per quanto riguarda il Fse, su 354,5 milioni programmati, la Liguria ha un impegno giuridicamente vincolante al 31 luglio 2016 di 53,5 milioni, ma solo 1,5 milioni di pagamenti, una percentuale di 15,11% sugli impegni e dello 0,45% sui pagamenti.
Gli obiettivi tematici

Le risorse comunitarie distribuite sui quattro Fondi citati sono focalizzate su undici Obiettivi tematici (vedi immagine accanto).
I programmi nazionali e i programmi regionali attuativi dei fondi hanno avuto un iter approvativo articolato caratterizzato dal negoziato con la Commissione europea. Il Por relativo al Fse della Liguria è stato approvato nel dicembre 2014, quello del Fesr nel febbraio 2015.
Il Por Fesr della Liguria rispetta i vincoli posti dalla Commissione Europea in ordine alla destinazione delle risorse, in particolare: concentrare almeno l’80% delle risorse sui seguenti obiettivi tematici: OT1 – Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione; OT2 – Agenda digitale; OT3 – Competitività delle piccole e medie imprese; OT4 – Energia sostenibile e qualità della vita; destinare almeno il 20% del totale delle risorse sull’OT4; destinare almeno il 5% del totale delle risorse all’attuazione dell’Agenda Urbana per lo sviluppo sostenibile delle grandi città.