Squilibrio tra risorse e prelievi, tutela dell’ambiente marino e riduzione del tonnellaggio all’interno dei segmenti di flotta “in squilibrio”. L’Europa emana le direttive, l’Italia i bandi e i provvedimenti. I pescatori, invece, si preparano al disarmo. È questo, in sintesi, l’effetto del “decreto rottamazioni”, un bando ministeriale che attribuisce corrispettivi economici agli armatori di pescherecci ad alta capacità di pesca, a fronte del ritiro della licenza e dell’arresto dell’attività. Soldi che verranno attribuiti, nel segmento in squilibrio “Gsa 9” per un massimo di 500 Gt (gross tonnage o stazza) in Liguria, Toscana e alto Lazio.
Una buonuscita garantita per gli operatori di un settore che non vede prospettive. E gli armatori non si sono fatti attendere. L’allarme per il comparto rimbalza su e giù per la Liguria: la storica flotta di Santa Margherita rischia di dimezzarsi. A Imperia e Sanremo le “ammiraglie” sono tutte in attesa della pubblicazione delle graduatorie: c’è l’ormai celebre Mina, il peschereccio di Ciro Lobasso che lo scorso anno fu scortato in Francia, svelando gli effetti negativi di un trattato sui confini marittimi che delineava la cessione alla Francia delle “fosse” dei gamberi tra Ventimiglia e Mentone. Poi il Maria Grazia (l’armatore Calogero Volpe è anche presidente della Cooperativa pescatori Il Gambero Rosso di Sanremo), il Grazia Rosa. A Imperia l’Ovidio II e il Ludovicus Rex.
Non ci sarà spazio per tutti: il limite di 500 Gt avrà un effetto di sfoltimento. Saranno però le barche più grandi, più moderne ed attrezzate, a piazzarsi meglio in graduatoria.
Il principio, stabilito dal Feamp (Fondo europeo per gli affari marittimi e per la pesca), è quello della riduzione dell’impatto e dello sfruttamento ittico. Con l’effetto, però, di aumentare l’importazione di pesce dal resto del mondo, e in particolare da paesi con ben altra sensibilità in fatto di rispetto dell’ambiente e politiche del lavoro. «Il segnale non è certo positivo – dice Barbara Esposto, responsabile regionale di Legacoop-Legapesca – il trend è quello della riduzione della flotta, anche perché le licenze sono contingentate. Una volta restituite, il loro numero complessivo scende di pari misura. Aldilà del fatto che ci troveremo a mangiare sempre più pesce importato, sul mare c’è un’attività antropica fortissima. Ma spesso si chiudono gli occhi. Non è di certo la sola pesca professionale a provocare la riduzione delle risorse ittiche».
Il bando promette di concludere gli iter entro il 31 dicembre 2017. Qualcuno nel frattempo, magari per non perdere un’attività che finora, tra alti e bassi, ha portato lavoro e ricchezza, potrebbe cambiare idea. In gioco anche altri fondi che promuovono l’integrazione tra pesca e altre attività come pescaturismo e ittiturismo. Altri, invece, restituiranno la licenza, lasciando alle piccole imbarcazioni – più economiche e meno soggette a controlli e sanzioni – il compito di tramandare le tradizioni pescherecce tra i porti di Liguria.