Il disagio abitativo è in crescita costante e, come dice Girolamo Cotena, amministrazione unico di Arte Genova, «chi è ultimo nella graduatoria oggi, tra tre mesi si trova già scavalcato, ci sono persone che inseguono la casa da anni». L’occasione per parlarne è stata fornita dal convegno “Dimensioni e caratteristiche del disagio abitativo in Italia”, organizzato da Federcasa a Genova.
Ieri il sasso nello stagno immobile da troppo tempo è stato lanciato, uno stagno immobile di tipo politico: «A livello governativo le ultime politiche casa risalgono a 20 anni fa, penso ai contributi Gescal, poi soppressi, oggi non c’è alcun indirizzo per affrontare un problema vero e crescente. Mettetevi nei miei panni: io lavoro con i prezzi e i costi del 1993, ma all’epoca un operaio costava 16 mila lire all’ora, oggi 25-26 euro, c’è una grande difficoltà delle aziende come Arte a sopravvivere».
Oggi emerge un quadro preoccupante: «Non riusciamo a rispondere alla domanda in termini quantitativi e qualitativi – sottolinea Cotena – a Genova ci sono migliaia di domande, ma noi rendiamo disponibili solo 200 alloggi all’anno, scontiamo quadri normativi obsoleti, ma anche l’assenza di fondi strutturali alle aziende».
I numeri parlano chiaro: in Liguria si sfittano 450 alloggi all’anno e di questi circa il 90% deve essere rimesso a posto. «Servirebbero 9-10 milioni all’anno per mantenere anche solo la stessa sfittanza».
Altro problema, sottovalutato: «Sulla casa di edilizia pubblica incide la fiscalità per oltre il 36%, in sostanza noi paghiamo le tasse sui canoni non riscossi. Defiscalizzando si potrebbero trovare nuovi fondi», è il consiglio di Cotena.
In Italia non è che si stia meglio: le 700.000 famiglie che occupano gli alloggi di edilizia popolare sono appena il 30% di chi ne ha veramente bisogno. In Liguria quasi il 26% delle famiglie in
affitto (pari a 43.800 nuclei), vivono una situazione di disagio economico: l’incidenza del canone è superiore al 30% del reddito familiare. Oltre 7 mila sono le famiglie in attesa di assegnazione di un’abitazione Erp, a livello regionale. Di queste 2847 sono a Genova e Provincia, mentre 2308 alla Spezia.
Crescono anche gli sfratti: dal 2005 a oggi, sono cresciuti del 5% all’anno. In Liguria inoltre c’è un problema in più: la regione più anziana d’Europa si riflette anche sulla situazione degli inquilini: oltre il 30% ha almeno 75 anni, spesso si aggiungono le problematiche di disabilità e le difficoltà di abitare magari in zone collinari. La proposta di Cotena è di destinare alloggi protetti con qualche spazio comune per assistenza sociale o ambulatoriale.
Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, ribadisce che l’ente sta lavorando alla riorganizzazione del sistema, con tre linee di intervento: aiutare gli inquilini all’acquisto, costruire nuovi stock abitativi per le giovani coppie e le famiglie, rendere effettivi i diritti, mettendo fine alle occupazioni abusive e velocizzando i tempi di assegnazione degli immobili, «visto che ci sono oltre 600 abitazioni che non vengono assegnate a Genova». La riforma riguarderà anche i criteri di accesso, visto il disagio che si è allargato alla famiglia media italiana, soprattutto monoreddito e con più figli.
Sono 16.327 gli alloggi di Arte in Liguria, ma solo il 30% di quello che entra dai canoni può essere utilizzato per la manutenzione: servirebbero oltre 7 milioni ma la disponibilità ammonta a soli 5 milioni che derivano dalla vendita del patrimonio, specifica la Regione Liguria. Il problema ulteriore è quello della manutenzione straordinaria: servirebbero 97 milioni, ma le Arte hanno a disposizione solo 19 milioni. Per l’assessore regionale all’Urbanistica e all’edilizia, Marco Scajola «è evidente che non essendoci risorse, il degrado degli immobili aumenterà, in quanto manca
l’80% di quanto serve per recuperare le strutture. Il sistema, se non si interviene a livello nazionale, è destinato a un progressivo degrado, con ricadute negative sull’utenza».