Il pesto è tra le salse più taroccate al mondo. A dirlo è l’analisi di Coldiretti presentata in occasione dell’apertura della Prima settimana della cucina italiana nel mondo (21-27 novembre).
L’analisi sottolinea come in quasi due piatti su tre siano presenti ingredienti made in Italy taroccati. A essere portate in tavola sono anche le più bizzarre versioni delle ricette tradizionali: tra le specialità più “tradite” c’è proprio la pasta al pesto, proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli, con il formaggio comune a sostituire Parmigiano Reggiano e Pecorino Romano e senza il basilico Dop.
Per fare chiarezza sulla ricetta originale e sull’importanza delle materie prime che devono essere rigorosamente made in Italy e made in Liguria, Campagna Amica Liguria propone due eventi dedicati alla salsa più famosa della nostra regione: sabato 26 novembre, a Savona, nella Bottega Italia di Anna e Lara (via Mistrangelo 6r) si terrà una degustazione e presentazione del pesto, con la possibilità di comprare il kit homemade per la preparazione a casa, dopo averne appreso tutti i segreti in bottega. Sempre sabato mattina, le degustazioni gratuite e i laboratori proseguiranno al mercato Campagna Amica in piazza della Stazione a Bordighera.
«Si tratta di una serie di importanti iniziative per portare l’attenzione sul tema dell’ “agropirateria” internazionale, che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano l’Italia, e in questo caso la Liguria, per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà. Tra questi il nostro pesto, ma anche olive e olio – afferma il presidente di Coldiretti Liguria Gerolamo Calleri – Se da una parte la mancanza di chiarezza sulle ricette made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di prodotti alimentari taroccati, dall’altra le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se si riuscisse a contrastare in modo efficace la contraffazione alimentare internazionale, un mercato che vale oltre 60 miliardi di euro e causa di danni economici e di immagine. Il pesto è un esempio tangibile di questa situazione: abbiamo il basilico Dop, ma purtroppo la ricetta del pesto non è tutelata».