«Contro i terremoti c’è una sola strada efficace: la prevenzione». Lo dichiara in un’ intervista pubblicata da “A&B”, il mensile della Federazione degli Ingegneri della Liguria, Domniki Asimaki, docente di ingegneria civile e meccanica al CalTech, l’istituto di tecnologia della California, parte attiva dell’Usgs (US Geological Survey), esperta impegnata da anni sul fronte dello sviluppo di costruzioni di nuova concezione, della messa in sicurezza di quelle già esistenti e della prevenzione.
Su investimenti e programmi previsti dallo Stato riguardo informazione, prevenzione e adeguamento strutturale, Asimaki, risponde ad “A&B” che «sono molteplici e vanno da un sistema di sensibilizzazione dell’opinione pubblica a un piano di investimenti per adeguare le stutture più a rischio. Da un programma di mappatura a quello che indica le vulnerabilità delle diverse aree e delle infrastrutture. Un terremoto genera una reazione a catena che può rendere le sue conseguenze via via più drammatiche; basti pensare alle tubature, alle centrali che generano energia, agli acquedotti».
Quindi «grazie alla Mayoral Seismic Safety Task Force, ai suoi studi e alle sue raccomandazioni, siamo arrivati a soluzioni strategiche in grado di proteggere le vite di coloro che abitano a Los Angeles, migliorando la capacità della città e della sua popolazione di rispondere all’emergenza e riducendo considerevolmente le strutture giudicate a rischio, di salvaguardare le infrastrutture e le vie di comunicazione e preparare la città a una rapida ripresa, limitando interruzioni e disagi, quindi evitando i danni all’economia della zona colpita da un terremoto».
Esistono poi, precisa l’esperta, ricchi programmi di finanziamento e di sgravi fiscali e di riduzione notevole dei costi dell’assicurazione per le strutture che vengono adeguate ai parametri di sicurezza e quegli interventi di bullonatura delle fondamenta e atti a rinforzare il perimetro dell’abitazione. Un problema molto serio che è stato affrontato è quello dei “soft buildings”, ovvero quei palazzi il cui primo piano è cavo o colonnato e sede di posteggi, o negozi e vetrine. Per queste strutture, che sono le più suscettibili alle scosse telluriche, è stato avviato un piano su base volontaria, finanziato in parte dallo Stato, ma reso obbligatorio in quelle aree molto a rischio, come ad esempio nella baia di San Francisco.
Riguardo i protocolli di aiuto e assistenza alla popolazione: «esistono sia “pre” che “post” sisma. Ovviamente è molto più semplice aiutare la popolazione a essere pronta, ad abitare in strutture antisismiche, a prepararsi a un evento tellurico, anche con esercitazioni in scenari drammatici. Per il post terremoto esiste un piano statale “in caso di emergenza” approntato dal ministero della Salute e delle Emergenze federali».
Per ridurre il rischio sismico, aggiunge fra l’altro, «al momento siamo riusciti a stabilire un piano per aumentare la resilienza delle strutture, che include non solo gli ammodernamenti e le messe in sicurezza, ma anche la valutazione dei rischi, e soprattutto la preparazione alle emergenze, l’educazione e l’addestramento della popolazione, piani di evacuazione che prevedono l’utilizzo di scenari di disastro realistici, e piani di riparazione che assicurino la minore interruzione possibile della vita consueta e dell’economia locale. La salute pubblica e la sicurezza sono le nostre priorità».
E ancora: «Gran parte delle strutture e delle abitazioni private californiane sono assicurate in caso di terremoto, grazie a una normativa che praticamente rende le polizze obbligatorie. E le assicurazioni applicano un forte sconto quando le strutture sono state messe a norma, quindi la ricostruzione delle abitazioni spesso non riguarda lo Stato. Noi al momento ci siamo concentrati sugli effetti a cascata di un disastro causato da un terremoto, effetti che dobbiamo ancora comprendere al meglio per poterli prevedere».
Asimaki, traccia quindi i contenuti dei provvedimenti più importanti – di cui “A&B” riporta i link ai documenti originali – riguardo sia i piani di prevenzione e adeguamento delle strutture che i piani di emergenza in caso di terremoto attualmente vigenti in California, dove l’attività sismica è praticamente quotidiana.
Qui la rivista completa: A&B