Critiche dai fondi Amber ed Elliott, azionisti di Ansaldo Sts, alla decisione assunta dal cda venerdì scorso, di istituire un “bid committee” composto unicamente da esponenti di Hitachi, a cui viene demandato il potere «di valutare e approvare offerte» per contratti compresi tra 150 e 350 milioni di euro.
«Come azionisti di minoranza siamo preoccupati per l’assenza di consiglieri realmente indipendenti all’interno del bid committee» ha detto Arturo Albano di Amber nel corso della conference call con gli analisti, parlando del «serio rischio di un enorme conflitto di interessi» nella selezione delle gare a «con la concreta e inaccettabile possibilità che gli interessi delle minoranze siano penalizzati a vantaggio di Hitachi».
L’a.d Andrew Barr ha motivato la scelta del board con l’esigenza di dotare Ansaldo della «flessibilità» necessaria per decidere di partecipare alle gare senza dover convocare un cda anche perché a volte «le valutazioni economiche e finanziare complete non sono disponibili che poco tempo prima di partecipare alla gara».
La spiegazione non ha soddisfatto Amber: per Albano la decisione non ha nulla a che vedere con la “flessibilita’” ma mira «semplicemente a escludere i rappresentanti delle minoranze dal processo di selezione delle gare».
In conference call sull’argomento è intervenuto anche Giorgio Furlani, portfolio manager del fondo Elliott, titolare di una partecipazione di circa il 30% di Ansaldo Sts. «Non sono convinto di averne capito il senso», ha detto Furlani, scettico sul fatto che il comitato assicuri una «risposta tempestiva» alle gare.