Non c’è ancora nessun elenco perché quella approvata ieri dalla Provincia di Imperia è una sorta di delibera-quadro. Ma a partire da questo autunno la mappa dei 773 chilometri di strade provinciali imperiesi potrebbe subire un serio ridimensionamento, in grado di portare finanche alla chiusura di alcuni dei più importanti itinerari turistici d’alta quota: la via della Melosa e del Toraggio, tanto per fare un esempio, oppure la strada per la stazione sciistica di Monesi.
A meno che non intervenga la Regione, oggi competente in materia di turismo, per salvaguardare quella miriade di strade di montagna frequentate da alpinisti, sciatori, bikers e semplici escursionisti.
Il motivo di questo grido d’allarme è la quantità di tagli di trasferimenti finanziari subiti dall’ente, che al momento non riesce nemmeno ad approvare il bilancio di previsione per via di un “buco” di ben cinque milioni di euro. Ma ci si mette anche la normativa recentemente approvata sull’omicidio stradale che individua precise responsabilità in capo all’ente gestore dei collegamenti.
La Provincia ha stabilito che «l’impiego delle risorse disponibili deve privilegiare in primis i collegamenti tra i Comuni, e le strade che comunque conducono a centri abitati pur non possedendo tutti i requisiti previsti per l’appartenenza a reti provinciali. Il provvedimento prevede anche la quantificazione della spese da sostenere per i prossimi interventi con particolare riferimento alla segnaletica necessaria per indicare criticità e situazioni di potenziale pericolo». Come dire, se proprio non è possibile chiudere la strada, si metteranno cartelli per percorrerla a passo d’uomo, o che segnalino chiaramente il pericolo.
La Provincia «auspica inoltre finanziamenti mirati da parte della Regione per le strade a valenza turistica». «La delibera è una sorta di atto dovuto – commenta il presidente Fabio Natta – per chiarire, sulla scorta delle normative vigenti e delle disponibilità finanziarie, il nostro spazio di azione su una delle funzioni principali rimaste alla Provincia. Il nuovo codice della strada e i fondi a disposizione non lasciano margini per agire in maniera diversa».
La delibera sarà ora trasmessa alla Regione e all’Upi, unione delle Province d’Italia. Difficile, al momento, ottenere il dettaglio delle strade a rischio disinvestimento. Ma chi conosce l’entroterra sa bene dove trovano buche profonde sull’asfalto, piccoli smottamenti, vegetazione non curata a bordo strada. E con l’arrivo dell’inverno è a rischio anche il passaggio delle spargisale e spazzaneve.
Un quadro che, salvo trasferimenti statali o la creazione – piuttosto improbabile – di “strade regionali turistiche”, potrebbe dare il colpo di grazia ai collegamenti secondari di tutto l’entroterra, vitali per alcune attività economiche e ingenerale per l’attrattività del territorio.