Continua la protesta dei lavoratori genovesi della Ericsson contro il piano esuberi dell’azienda. Sono stati decisi un’assemblea per domani e sciopero l’8 luglio. Una delegazione sindacale è stata ricevuta oggi, sesto giorno di protesta, dal governatore Giovanni Toti e successivamente in prefettura. I manifestanti chiedono che il Governo convochi urgentemenet al Mise una riunione con la presenza di esponenti della Ericsson.
«Il ministro dello Sviluppo Economico e quello del Lavoro – ha detto Toti al termine dell’incontro con i rappresentanti dei lavoratori – devono intervenire con gli enti locali sulla vicenda Ericsson con la massima solerzia e attenzione, di fronte a un piano presentato dall’azienda di riduzione dell’organico poco accettabile, sia dalle amministrazioni locali che dal Governo nazionale».
«Sulla vicenda Ericsson – ha precisato il governatore – era stato convocato un tavolo al ministero dello Sviluppo Economico che poi è stato disdetto, suppongo per indisponibilità dell’impresa. Questa mattina ho cercato nuovamente il ministro Calenda che nei prossimi giorni dovrà attivarsi affinché vengano convocate le parti intorno a un tavolo nazionale, visto che siamo di fronte ad una vertenza nazionale. Come Regione Liguria abbiamo già incontrato i vertici di Ericsson chiedendo che venga presentato al più presto un piano industriale degno di questo nome che chiarisca le intenzioni dell’azienda e la sua volontà di restare in Liguria e quali sono i programmi di sviluppo, sia sul tema della ricerca, sia su quello del prodotto e delle eventuali ristrutturazioni del processo produttivo. Abbiamo offerto all’azienda ogni tipo di strumento che Regione ha a disposizione e ci aspettiamo che l’azienda presenti un piano industriale più consono a una discussione tra le parti. Al momento non è ancora avvenuto, ma non dispero che avvenga nelle prossime ore».
Sulla vicenda sono intervenute diverse forze politiche prsenti in consiglio regionale. Secondo Gianni Pastorino (Rete a Sinistra) «il Governo continua a non dare risposte sulle relazioni industriali di questo Paese: mi sembra che questo sia il vero problema alla base della questione Ericsson. Il 28 di agosto l’azienda avrà diritto di licenziare, ed è chiaro che i lavoratori vivono uno stato di agitazione, perché fra luglio e agosto questo Paese si ferma. Come Rete a Sinistra ci auguriamo che il Governo spinga per avere un tavolo al Mise, e non al ministero del Lavoro, per far rientrare gli esuberi di un’azienda che, è giusto dirlo, produce utili in Europa e in Italia».
«Lavoreremo tutti – annunciano i consiglieri del Pd Raffaella Paita e Giovanni Lunardon – affinché il Governo convochi il tavolo al Mise su Ericsson, con la presenza dell’azienda. Non possiamo accettare la logica di un piano industriale di soli esuberi, né che il tavolo sia solo quello del Ministero del Lavoro. La procedura di mobilità per i lavoratori va fermata e si deve tornare a parlare di investimenti, in Italia e a Genova. Ma Toti in quest’ultimo mese dov’era? Cos’ha fatto per questa vertenza? Ci rimboccheremo tutti le maniche e terremo il fronte ligure unito, ma la Regione deve fare la sua parte».
Alice Salvatore e Marco De Ferrari, consiglieri regionali dell’M5S, definiscono «inaccettabile il continuo rifiuto da parte di Ericsson a sedersi a un tavolo e la totale debolezza delle istituzioni nei confronti di una multinazionale». I due consiglieri chiedono che «Toti faccia pressione con ogni mezzo a disposizione sul ministro Calenda per affrontare l’emergenza occupazionale e bloccare subito la procedura di esubero».
Secondo Salvatore e De Ferrari, «non resta che prendere atto del fallimento totale dell’intero progetto Erzelli, della grave assenza di programmazione da parte di chi ci ha governato ieri e di reazione da parte di chi ci governa oggi, è necessario trovare una exit strategy in grado di garantire lavoro e restituire diritti e dignità ai lavoratori».